Meno mele prodotte in Europa, ma non in Trentino: ecco tutte le stime per la nuova stagione
Il nostro territorio dovrebbe registrare un incremento del 4%, mentre l'Alto Adige arriverà addirittura al +7%. Notizie negative, invece, da molte regioni d'Italia: il Veneto, ad esempio, soffrirà un calo del 25%. La raccolta avrà inizio 4-5 giorni prima della media degli ultimi anni
TRENTO. Il settore frutticolo e tutta l'agricoltura trentina sono in prima linea sul tema dell'innovazione, della concorrenza e dei fenomeni globali, una sfida che riguarda tutta la comunità trentina. In questo percorso «di sistema», che è parte integrante dello sviluppo del Trentino, occorre accompagnare i processi in atto, come l'evoluzione verso una maggiore qualità ed efficienza, anche nell'uso delle risorse come l'acqua. Fondamentale inoltre preservare quell'unione tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica, anche riguardo alle regole comuni della "casa" europea che devono tenere conto di questo essenziale rapporto.
Questo il messaggio del presidente della Provincia Maurizio Fugatti e dell'assessore provinciale all'agricoltura Giulia Zanotelli, intervenuti a Taio a PrognosFruit, l'evento internazionale dedicato al futuro della mela e della pera. È stata l'occasione per fare il punto sulla produzione. Per quanto riguarda la mela, le stime prevedono un raccolto in Europa di 11.411.000 tonnellate, in calo del 3% rispetto allo scorso anno ma in linea con la produzione media degli ultimi tre anni. Segno negativo per tutti i paesi maggiori produttori, dalla Polonia (-11%) all'Austria (-26%), a causa soprattutto della carenza di acqua. Per l'Italia si stima una produzione totale di 2.104.125 tonnellate, in linea con l'anno scorso: notizie positive arrivano dal Trentino (che segna un amento del 4%) e dall'Alto Adige (+7%), mentre le produzioni di tutte le altre regioni sono previste in diminuzione, in particolare quella del Veneto (-25%) e dell'Emilia Romagna (-9%).
Un calo non eccessivo è previsto per il Friuli Venezia Giulia (-2%), mentre Lombardia e Piemonte - sempre secondo le stime - perderanno rispettivamente il 5 e 4%. La produzione biologica italiana diminuisce rispetto alla produzione record dello scorso anno (-7% sul 2022): le 180.224 tonnellate biologiche rappresentano il 9% dell'offerta totale.
In Italia, cresce del 14% la Golden Delicious che raggiunge le 684.431 tonnellate, mentre cala la Red Delicious (-27% sul 2022) a 169.347 tonnellate. La Fuji perde quota rispetto al 2022 (-9%) con una produzione di 155.420 tonnellate.
La Gala, con un +8% sul 2022 e una produzione che va oltre le 400.000 tonnellate, fa segnare un nuovo record produttivo, così come le altre varietà nuove che superano le 200.000 tonnellate con un +20% sullo scorso anno, registrando un 55% sopra la media degli ultimi cinque anni. In aumento anche la Morgenduft, che raggiunge le 50.837 tonnellate. Ad oggi si può prevedere una quantità di mele destinate al mercato fresco di 1.781.841 tonnellate, con un calo dell'uno per cento rispetto al 2022, che aveva fatto registrare la più bassa quantità degli ultimi 4 anni.
Al convegno di Taio l'assessora Giulia Zanotelli ha citato «una concorrenza internazionale, che non sempre è leale» e «le bozze di regolamenti europei, sull'utilizzo dei prodotti fitosanitari e sul packaging, che così come sono concepiti non tutelerebbero gli operatori».
«L'impegno delle aziende trentine sulla sostenibilità ambientale è serio e ampiamente dimostrato - ha chiarito Zanotelli -. Ma quest'ultima non può esistere senza la sostenibilità economica. Auspichiamo dunque che l'Unione europea prenda seria consapevolezza della necessità di tutelare questo fondamentale rapporto, tra le dimensioni della sostenibilità: senza agricoltura non c'è preservazione del territorio".