Pensioni, arriva quota 104. Dall’Ape sociale a Opzione donna: tutte le novità nella manovra
"Sarà molto più restrittivo l'accesso al pensionamento anticipato – avvisa Giorgetti –. Non ci sarà più né l'Ape sociale, né quota 103 nelle forme previste l'anno scorso: Opzione donna confluisce nella flessibilità in uscita, mentre su Quota 103 abbiamo innalzato l'età in uscita”
PENSIONI I 662 con le pensioni da 5mila euro
ROMA. Stretta sul pensionamento anticipato e eliminazione di Ape sociale e Opzione donna a favore di un fondo per la flessibilità in uscita con requisiti più stringenti: nella legge di Bilancio non solo non saranno introdotte nuove forme di flessibilità in uscita ma sarà dato un giro di vite a quelle esistenti rendendo l'accesso alla pensione prima dei 67 anni, età di vecchiaia, più difficile. Potranno invece accedere alla pensione a 67 anni dal 2024 anche coloro che maturano una pensione inferiore a 1,5 volte la pensione sociale (nel 2023 un importo pari a 745,91 euro) e sono nel sistema contributivo che fino ad oggi devono attendere i 71 anni.
E' prevista poi la rivalutazione delle pensioni rispetto all'inflazione per una spesa di circa 14 miliardi con un recupero pieno per le pensioni fino a quattro volte l'importo minimo e poi fasce con percentuali di rivalutazioni decrescenti.
"Per quanto riguarda i pensionamenti anticipati - ha detto il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti dopo l'approvazione della manovra in cdm - ci sono forme restrittive rafforzate rispetto al passato. Non ci sono più l'Ape sociale né quota 103 nelle forme previste nello scorso anno. Sarà più restrittivo l'accesso al pensionamento anticipato".
Le novità
La manovra di bilancio eliminerà l'Ape sociale e Opzione donna così come li abbiamo conosciuti finora, introducendo un Fondo per la flessibilità in uscita per l'accesso alla pensione con 63 anni di età e 36 di contributi per i caregiver, i disoccupati, coloro che sono impegnati nei lavori gravosi, i disabili e per le donne, "come prevedeva Opzione donna - spiega Meloni - con 35 anni di contributi".
Per le donne quindi si alza il requisito anagrafico che per Opzione donna ora è a 60 anni (con una riduzione per i figli). Questo sistema renderebbe inoltre più difficile l'accesso alla pensione per i disoccupati, caregiver e disabili che oggi con l'Ape sociale hanno accesso a un ammortizzatore di accompagnamento alla pensione (che non è però la pensione vera e propria) con 30 anni di contributi.
Si elimina Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi) innalzando il requisito anagrafico a 63 anni e mantenendo stabile quello contributivo a 41. Dovrebbe rimanere invariata la possibilità invece di uscire dal lavoro con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 per le donne) oltre a 3 mesi di finestra mobile a prescindere dall'età e sarà confermato il bonus Maroni che incentiva chi rimane al lavoro pur avendo maturato i requisiti per la pensione.