Mercati / Dinamica

L'incredibile balzo in avanti dell'export trentino in Polonia e Spagna: i dati della Camera di Commercio, ed il vero motivo

Nel secondo trimestre dell’anno, dice l’Ufficio Studi, il volume è rimasto sostanzialmente invariato. Ma in questi due Paesi, una dinamica in forte crescita: la spiegazione degli esperti

di Gigi Zoppello

TRENTO. Polonia +35%, Spagna + 21,4%. L’export trentino resta sostanzialmente stabile, nel secondo trimestre 2024,  tranne che per questi due Paesi dove è un vero boom. Ma perché?

In termini nominali, con 1,38 miliardi di euro, il valore delle esportazioni trentine nel secondo trimestre dell’anno rimane pressoché invariato (-0,1%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il dato è in linea con quello nazionale e del Nord Est (pari rispettivamente a +0,5% e -0,3%). La variazione tendenziale del primo semestre si assesta invece su un -1,6% (+1,1% Italia, -1,4% Nord Est). 

Una grossa commessa può cambiare i valori.

L'Ufficio Studi della Camera diCommercio, cvon immediato riscontro e grande competenza, ci ha rivelato il segreto di questi exploit: "Spesso sono singole commesse di grossi importi a determinare questi sbalzi. Purrtroppo non possiamo essere molto precisi, perché l'analisi dei micro-dati a livello di commessa ce l'avremo verso la fine del 2025, riferita al 2024. Ma alcune evidenze ci sono già".

Ad esempio, la Spagna? "Le esportazioni dal Trentino verso la Spagna, con 16 milioni di euro in più rispetto all'anno precedente, confermano un trend in ascesa per certe categoria. In particolare alla voce Motori, generatori, trasformatori elettrici e apparecchi di controllo dell'elettricità. Questa categoria generava 1 milione di euro di export nel 2021, poi nel 2023 13 milioni. ed ora aumenta di 10 milioni. E' un evidente caso di una commessa di una singola azienda, che fa balzare la statistica".

Meno evidente il motivo del boom verso la Polonia. ma anche qui è questione di commesse: "Si passa da 23 a 32 milioni di export - spiega la Camera di Commercio - e l'aumento è in gran parte attribuibile a due categorie: Carta e cartone, e Lattiero caseario. Ma regisdtriamo anche un aumento significativo nella commercializzazione di generi alimentari, e potrebbero essere le mele, e dei vini".

 

In generale, con riferimento ai settori produttivi, le vendite trentine all’estero sono costituite in prevalenza da prodotti dell’attività manifatturiera (poco più del 95% del valore complessivo). La quota maggiore è da attribuire ai “macchinari ed apparecchi” (21,6%), seguono i “prodotti alimentari, bevande e tabacco” (mele e vini, 17,3%) e i “mezzi di trasporto” (13,2%). Nel complesso queste tre categorie merceologiche rappresentano più del 52% delle esportazioni provinciali.

Con un valore pari a 899 milioni di euro nel periodo aprile-giugno (-0,1% rispetto al 2023), le importazioni confermano la fase congiunturale di stagnazione della domanda di beni. Le principali quote di merci importate riguardano principalmente i “mezzi di trasporto”, con il 22,2%, seguiti da “legno, prodotti in legno, carta e stampa” (14,1%) e “prodotti alimentari, bevande e tabacco” (11,0%). 

Per quanto riguarda le destinazioni, l’Unione europea (27 Paesi) si conferma essere il principale mercato di riferimento sia per le esportazioni, avendo assorbito il 58,3% del totale, sia per le importazioni (79,3%).

Considerando il valore dell’export, da diversi anni la graduatoria dei principali Paesi colloca al primo posto la Germania, mercato verso cui nel periodo aprile-giugno 2024 si sono dirette merci trentine per un valore complessivo di 217 milioni di euro, pari al 15,8% delle vendite effettuate sui mercati internazionali; seguono gli Stati Uniti con circa 171 milioni di euro (pari al 12,4% delle esportazioni complessive), la Francia con 137 milioni di euro (pari al 9,9%) e il Regno Unito con 109 milioni di euro (pari al 7,9%).

Nel confronto con lo stesso periodo del 2023 le vendite all’estero rimangono stabili rispetto a tutte le destinazioni principali, ad eccezione delle esportazioni verso Spagna e Polonia, che mostrano variazioni molto positive (rispettivamente +21,4% e + 35,1%).

 

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