Cinquant'anni di Confesercenti, ma al tempo dell’e-commerce, il commercio è in crisi ovunque
In Trentino nell'ultimo anno sono stati 134 gli esercizi commerciali a chiudere. E nel 2023 1570 ragazzi trentini hanno lasciato la loro terra
TRENTO. Cinquant'anni per Confesercenti del Trentino fondata nel 1974, un'occasione per i rappresentanti dei piccoli esercizi e dei lavoratori autonomi nel settore servizi di delineare la situazione economica e proporre gli indirizzi per il futuro. «Fare impresa nel "piccolo" sta diventando sempre più difficile, - ha detto il presidente Mauro Paissan - Il peso del fisco, il costo del lavoro, la burocrazia, talvolta l'inefficienza delle pubbliche amministrazioni, distolgono dagli obiettivi di chi fa impresa».
L'assemblea per il cinquantennale di Confesercenti del Trentino si è svolta all'Itas Forum di fronte a numerosi esponenti delle amministrazioni pubbliche e delle realtà economiche. Mauro Paissan ha delineato, alla luce dei numeri, la crisi in cui versano le piccole imprese del terziario: «Tra il 2010 e il 2023 il settore del commercio al dettaglio in sede fissa in Trentino ha perso 764 unità. Nell'ultimo anno sono stati 134 gli esercizi commerciali a chiudere. Gli ambulanti, dal canto loro, sono penalizzati ancora dall'instabilità normativa, a quattordici anni dall'introduzione della direttiva Bolkestein».
Tra i fattori che penalizzano il terziario, per Paissan ci sono l'esplosione del commercio elettronico, l'invecchiamento della popolazione, la carenza di manodopera che minaccia la continuità delle aziende.
Anche il turismo affronta elementi significativi di crisi: «I cambiamenti climatici che penalizzano il turismo invernale, l'eccessiva concentrazione del turismo in periodi ristretti e che minaccia ecosistemi fragili, le conseguenti tensioni con le popolazioni locali per il fenomeno dell'over-tourism, sono fattori che aumentano il disagio di vivere e lavorare nelle località turistiche.
Ma le piccole imprese del commercio tradizionale offrono un servizio essenziale per il turismo, mantengono vive le comunità e rappresentano un baluardo contro lo spopolamento delle terre alte». Vi è poi il tema sicurezza, molto sentito dagli esercenti e dagli ambulanti: «I problemi di criminalità sono sentiti e impattanti. Ma (in merito alla presenza di persone di origini straniere che vivono ai margini della legalità, ndr) non possiamo mettere sullo stesso piano chi alimenta l'illegalità e la paura con chi lavora e si impegna per la legalità», indica Paissan.
È urgente investire sulla formazione dei giovani: «I giovani sempre più spesso lasciano il Trentino, hanno lasciato la regione 1570 ragazzi nel 2023. Ci serve un esercito di insegnanti capaci di guidare i giovani verso la costruzione del loro futuro». È intervenuto il presidente della Provincia Maurizio Fugatti che ha preso l'impegno di nuovi investimenti capaci di dare fiato al terziario: «Sono allo studio nuovi stanziamenti collegati alle Olimpiadi e che beneficeranno tutto il territorio. Per favorire l'attrattività verso i giovani, è fondamentale il tema dei salari. Come amministrazione abbiamo rinnovato il contratto del pubblico impiego, grazie anche alla responsabilità dei sindacati. Un modello che potrà essere ripreso anche nel privato».
Il sindaco Franco Ianeselli si concentra sui cambiamenti economici profondi che hanno caratterizzato questi cinquant'anni: «Si è passati da un'idea di economia novecentesca, costruita attorno all'industria, a un'economia in cui i pubblici esercizi del centro storico danno lavoro a tante persone quanto ne dava un'industria. Sottolineo l'importanza delle organizzazioni di categoria. È vero che oggi il singolo esercente può relazionarsi con gli amministratori mandandoci direttamente un messaggio, ma il ruolo delle associazioni rimane fondamentale».