Sul Garda presenze record: superata quota 25 milioni l'anno
Il lago è la terza meta balneare italiana, dietro solo ai lidi veneti e alla riviera romagnola. I dati del Centro studi di Confindustria Brescia: la più frequentata è la sponda veneta (14 milioni di presenze), il versante trentino è terzo con 3,6 milioni, mentre la singola località più battuta è la lombarda Limone
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TRENTO - I numeri a volte non bastano a capire la portata di certi fenomeni. Così dire che il Garda ha stracciato un altro record fissando nel 2023 a quota 25 milioni le presenze turistiche totali (sommando le tre sponde benacensi) non rende abbastanza l'idea di cosa significhi veramente. Allora basta fare qualche confronto per scoprire, ad esempio, che il nostro lago da solo riceve più turisti di grandi mete del turismo italico come la Sardegna, la Sicilia, la Puglia e la Campania.
Se il Garda fosse una regione autonoma sarebbe settima in classifica per il numero di turisti che la scelgono, davvero un bel risultato.Ma c'è un altro dato che ci aiuta a capire la portata dell'interesse che il mondo riserva al Garda: è quello delle mete balneari.
Sembra incredibile, ma in un'Italia che conta 7.500 chilometri di coste marittime, il Garda si piazza al terzo posto come destinazione balneare, dietro a giganti inarrivabili come i lidi veneti (Jesolo e dintorni) e la Riviera romagnola (Rimini, Riccione, Cattolica, ecc).
Gli ultimi dati sul turismo gardesano arrivano dal Centro studi di Confindustria Brescia che ha affidato al ricercatore Davide Fedreghini l'analisi e la rielaborazione dei dati Istat riferiti al 2023.
Il tutto in collaborazione con l'Osservatorio per il turismo sul lago di Garda, emanazione congiunta dell'Università Cattolica di Milano e della Comunità del Garda e a sua volta autore di un altro studio - che abbiamo già pubblicato in queste pagine nelle scorse settimane - dedicate invece all'incidenza del turismo arabo, cinese e americano sul Garda.
Dalla montagna di numeri forniti dall'Istat emergono altri dati interessanti.
Ad esempio facendo qualche proporzione si scopre che una regione geografica tutto sommato contenuta come quella gardesana attira il 5% del totale dei turisti che scelgono l'Italia. Sembra poco ma non lo è. Ma come sono distribuiti quei 25 milioni e 614 mila presenze totali tra le tre sponde lacustri?
La fetta più grande spetta al Garda veronese, che ne raccoglie oltre 14 milioni, altri 7,7 milioni spettano al Garda bresciano, e alla nostra sponda trentina i rimanenti 3,6 milioni, contando anche che nel totale compare pure Mantova sia pur con numeri molto piccoli (250 mila presenze), unico territorio, quello dei Gonzaga, a non aver ancora recuperato i flussi del pre-covid in termini turistici.
Numeri di questo tipo non si fanno senza una altrettanto imponente capacità ricettiva, è da primato: con 8.699 esercizi complessivi e 242.638 posti letto il Garda è decimo in Italia (ha più strutture di Sicilia, Sardegna, Liguria e Calabria).
Il peso maggiore è quello delle case vacanze che sono 6.523, cioè il 75% del totale degli esercizi ma influiscono assai meno sul numero di posti letto totali: solo il 21%. Il resto lo fanno gli alberghi (28,7%) e soprattutto i campeggi e i villaggi turistici (44,6%).
Ultimo dato, molto interessante emerso dalla ricerca. Siamo davvero invasi dall'overtourism anche a Riva? La risposta può arrivare dall'analisi del "tasso di turisticità", cioè dal numero di turisti presenti in un dato periodo ogni 100 residenti. Bene, da novembre a marzo il tasso è irrisorio, ma da aprile a ottobre sale fino ad impennarsi nei mesi estivi.
Limone è in assoluto il centro con la "pressione" turistica più elevata: una media di 281 turisti ogni 100 residenti (addirittura 624 in agosto), seguito da Lazise (165) e Bardolino (94).E attenzione, tutti questi numeri non c'entrano nulla con il turismo di giornata: quello è difficile da quantificare ma secondo l'autore dello studio bresciano alla fine potrebbero essere addirittura 200 milioni i turisti che per qualche ora o per qualche giorno scelgono il Garda per stare bene.