Industria trentina: prosegue il calo delle assunzioni, allarme dei sindacati
I dati di ottobre dell'Agenzia del lavoro segnano un -13,8%, nei primi dieci mesi dell’anno i nuovi contratti nel manufatturiero sono scesi dell’8,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. La perdita è compensata da posti meno qualificanti nel commercio e nell'agrcoltura. Cgil Cisl Uil chiedono alla Provincia misure più mirati e efficaci per aiutare il settore in sofferenza
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TRENTO - Allarme per l'occupazione nel settore manifatturiero trentino. lo lancia nuovamente il sindacato, spiegando che la contrazione delle assunzioni prosegue anche nei dati di ottobre.
Il calo, spiega una nota, ha raggiunto nel mese la cifra del -13,8%. Lo certifica Agenzia del lavoro nel suo rapporto mensile sul mercato del lavoro.
Nei primi dieci mesi dell’anno i nuovi contratti attivati dall’industria in senso stretto hanno registrato un calo dell’8,9% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Ancora una volta i rappresentanti di Cgil Cisl Uil del Trentino in Agenzia del lavoro, Andrea Grosselli, Lorenzo Pomini e Walter Largher chiedono quindi alla giunta provinciale misure davvero selettive di politica industriale che sappiano rafforzare il settore manifatturiero indebolito dalla congiuntura economica tedesca e dalla crescente concorrenza delle produzioni cinesi.
“Nei primi dieci mesi di quest’anno - ricordano i tre sindacalisti - sono ben 851 i posti di lavoro in meno creati dell’industria in senso stretto . A questi si somma il calo registrato già nel corso del 2023. Ormai da 26 mesi il numero delle nuove assunzioni è in continua discesa”.
Di fronte a questi segnali di frenata della manifattura non consolano i dati complessivi che vedono una tenuta complessiva delle assunzioni. Infatti il calo del secondario (-1.207 assunzioni, con una riduzione del 6,8%) è stato parzialmente compensato dalle assunzioni nell’agricoltura (+878 per un aumento del 23,2%) e negli pubblici esercizi (+628 con un incremento dell’1,6%).
Anche nel terziario però calano i settori più avanzati legati alla manifattura in particolare i servizi alle imprese che registrano una flessione delle assunzioni pari a -5,8%% nei primi dieci mesi dell’anno.
“Ormai da diversi mesi - ribadiscono Grosselli, Pomini e Largher - i segnali sono incontrovertibili. La manifattura sta rallentando vistosamente. Non possiamo assistere inerti a questo progressivo ridimensionamento del settore industriale. Servono misure urgenti per sostenerne la rigenerazione e spingere gli investimenti in questo comparto così importante per l'apertura internazionale del nostro territorio e in generale per l’innovazione.
La riduzione delle assunzioni nell’industria è allarmante perché così peggiora anche la qualità generale dell’occupazione e si aggrava l’emergenza salariale: nella manifattura infatti i posti di lavoro non sono stagionali e le retribuzioni sono in media più alte degli altri settori privati”.
E in effetti l’ultima nota mensile dell'Agenzia del lavoro conferma il deterioramento della qualità delle assunzioni in atto da diversi mesi.
Crollano infatti i contratti di apprendistato (-11,1% fino ad ottobre), calano le assunzioni a tempo indeterminato (-3,7%) e le stabilizzazioni (-3,4%) mentre prosegue il boom dei contratti a chiamata (+5,8%) che non garantiscono alcuna stabilità lavorativa.