Caro energia: le imprese trentine dovranno far fronte a 359 milioni di extra costi nel 2025
Il quadro si inserisce in una situazione nazionale che vede un aumento complessivo dei costi energetici di 13,7 miliardi di euro, con il Nord Italia particolarmente colpito. La Lombardia guida la classifica delle regioni più penalizzate con un extra costo di 3,2 miliardi di euro, seguita dall'Emilia Romagna con 1,6 miliardi e dal Veneto con 1,5 miliardi
COSTI «In arrivo una stangata sulle bollette»
TRENTO. Il Trentino Alto-Adige si prepara ad affrontare un significativo aumento dei costi energetici nel 2025, con un incremento previsto di 359 milioni di euro rispetto all'anno precedente. Secondo l'analisi dell'Ufficio studi della CGIA, la spesa complessiva per energia elettrica e gas nella regione passerà da 1,858 miliardi a 2,217 miliardi di euro, segnando un aumento del 19,3%.
Nel dettaglio, dei 359 milioni di extra costi, 248 milioni riguarderanno l'energia elettrica e 111 milioni il gas. Un dato che riflette il peso energetico della regione, che con i suoi 5.260 GW/h rappresenta il 2,5% dei consumi elettrici nazionali delle imprese.
Il quadro si inserisce in una situazione nazionale che vede un aumento complessivo dei costi energetici di 13,7 miliardi di euro, con il Nord Italia particolarmente colpito. La Lombardia guida la classifica delle regioni più penalizzate con un extra costo di 3,2 miliardi di euro, seguita dall'Emilia Romagna con 1,6 miliardi e dal Veneto con 1,5 miliardi.
Le proiezioni si basano su un prezzo medio dell'energia elettrica di 150 euro per MWh e del gas a 50 euro per MWh, in un contesto che non prevede più le misure pubbliche che nei momenti più critici della crisi energetica hanno permesso di contenere gli aumenti delle bollette.
I settori più esposti a questi rincari includono la metallurgia, il commercio, i servizi e il settore alimentare per quanto riguarda l'energia elettrica, mentre per il gas saranno particolarmente vulnerabili i settori estrattivo, della lavorazione alimentare e della produzione tessile.
Per contrastare il rallentamento economico, sarà fondamentale evitare il crollo dei consumi interni e utilizzare efficacemente le risorse del PNRR ancora disponibili, circa 130 miliardi di euro. Secondo la BCE, l'utilizzo ottimale di questi fondi potrebbe garantire un aumento permanente del PIL dell'1,9% fino al 2026 e dell'1,5% fino al 2031.
Gli esperti avvertono che questi rincari potrebbero innescare una nuova spirale inflazionistica, simile a quella che nel biennio 2022-2023 ha eroso significativamente il potere d'acquisto di lavoratori e pensionati, rendendo ancora più cruciale l'adozione di strategie mirate per sostenere il tessuto produttivo regionale.