Economia / Lavoro

Contratto lapidei, chiesti 330 euro: in Trentino 530 lavoratori del porfido e centinaia tra marmo e sabbia

L’attuale contratto, sottoscritto il 24 novembre 2022, scadrà il prossimo 31 marzo e interessa in Italia circa 30 mila addetti

TRENTO. È stata presentata, a livello nazionale, la piattaforma per il rinnovo del contratto collettivo nel settore dell’industria dei lapidei; due le richieste principali: aumento salariale di 330 euro e maggiori garanzie per la sicurezza.


La trattativa nazionale è portata avanti dai sindacati di categoria Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil. Per il Trentino, il segretario di Fillea Cgil Giampaolo Mastrogiuseppe, assieme al coordinatore del settore porfido Manuel Ferrari, spiega: «La richiesta di aumento è piuttosto corposa ma, altrettanto, doverosa e giusta. Per il nostro territorio provinciale, la trattativa riguarda prevalentemente la stragrande maggioranza dei 530 lavoratori del porfido, a loro vanno aggiunti qualche centinaio di addetti, impegnati tra marmo e cave di sabbia. Se con questa trattativa nazionale parliamo del contratto collettivo industria lapidea, aggiungo che lo scorso 17 febbraio è stato sottoscritto anche un integrativo del settore lapideo artigiano, che ha stabilito un aumento degli scatti di anzianità, che sono passati, al livello minimo, da 6,20 a 11,20 euro».


A livello nazionale, al centro delle rivendicazioni sindacali c'è la proposta di aumento retributivo di 330 euro al livello 136. Una richiesta che tiene conto non solo delle dinamiche inflattive nel triennio che hanno progressivamente eroso il potere di acquisto delle retribuzioni, ma anche dell'andamento del settore e della sua produttività, nella prospettiva di istaurare una nuova modalità di calcolo e di recupero dell'inflazione. Dunque una risposta doverosa per chi ha contribuito alla crescita di questi anni.


Tra gli altri temi in piattaforma oltre al salario, salute e sicurezza rappresentano priorità su cui intervenire con determinazione attraverso più prevenzione e maggiori controlli. Si punta anche alla riduzione dell'orario di lavoro per fronteggiare problematiche tipiche di un settore altamente rischioso e usurante. C'è poi la necessità di affrontare le problematiche connesse al cambiamento tecnologico, che sta investendo il comparto e l'intera filiera dei materiali da costruzione, tra processi produttivi digitalizzati e intelligenza artificiale.


L’attuale contratto, sottoscritto il 24 novembre 2022, scadrà il prossimo 31 marzo e interessa in Italia circa 30 mila addetti. Si apre ora la fase in cui lavoratrici e i lavoratori del comparto dovranno esprimersi nelle assemblee sui luoghi di lavoro, per approvare definitivamente la piattaforma che potrà, solo allora, essere inviata alla controparte per dare inizio alle trattative.

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