De Lucia, intercettazioni uno dei pilastri dell'inchiesta
(ANSA) - ROMA, 17 GEN - Per porre fine alla fuga del boss le intercettazioni "sono state uno dei pilastri dell'inchiesta. Stiamo parlando di uno strumento indispensabile e irrinunciabile per il contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso. Senza le intercettazioni le indagini non si possono fare oppure non portano a nessun risultato. Questo è un discorso importante che deve essere chiaro una volta per tutte". Così il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, intervistato da Repubblica, con riferimento all'operazione che ha portato all'arresto di Matteo Messina Denaro. In merito all'organizzazione mafiosa De Lucia spiega: "Cosa Nostra tende a ricostruire i suoi vertici. Adesso dovrà sostituire Matteo Messina Denaro come punto di riferimento per i grandi affari. C'è già chi è pronto a prendere il suo posto". Da qui il monito del procuratore: "Se qualcuno pensa che la partita contro la mafia sia vinta, si sbaglia di grosso. Ora si sposta sulla caccia alla rete di protezioni e connivenze che hanno permesso a Messina Denaro di restare latitante per trent'anni", sottolinea il magistrato, 61 anni, da settembre al vertice dell'ufficio inquirente che ha coordinato le indagini sulla cattura del padrino. "A differenza delle camorre - prosegue -, la mafia ha una struttura con una testa sola. Un'organizzazione che, da sempre, si è data queste regole può continuare a vivere, nell'ordinaria amministrazione, senza una struttura centralizzata. Ma al tempo stesso, questa struttura centralizzata rimane fondamentale per poter continuare a prosperare e fare affari", dice il Procuratore. Dunque dovrà essere scelto un nuovo padrino? "L'obiettivo è sempre lo stesso: individuare nuovi capi e strutture dirigenti". (ANSA).