Il Papa, la Chiesa aiuti i fragili senza fare preferenze
(ANSA) - LISBONA, 04 AGO - La Chiesa deve aiutare tutti senza fare "preferenze". Lo sottolinea il Papa nel discorso che aveva preparato e ha consegnato nella visita di una parrocchia di periferia a Lisbona, nel quartiere di Serafina che ha visto una rinascita, dalle baracche e dal disagio oggi guarda al futuro grazie ad un Centro di solidarietà. "Tutti siamo fragili e bisognosi, ma lo sguardo di compassione del Vangelo ci porta a vedere le necessità di chi ha più bisogno. E a servire i poveri, i prediletti di Dio che si è fatto povero per noi: gli esclusi, gli emarginati, gli scartati, i piccoli, gli indifesi. Sono loro il tesoro della Chiesa, sono i preferiti di Dio! E, tra di loro - indica nel discorso Papa Francesco -, ricordiamoci di non fare differenze. Per un cristiano, infatti, non ci sono preferenze di fronte a chi bussa bisognoso alla porta: connazionali o stranieri, appartenenti a un gruppo o ad un altro, giovani o anziani, simpatici o antipatici". Poi il Papa ricorda nel testo la storia di un giovane portoghese, Giovanni Ciudad. Per la Chiesa è San Giovanni di Dio che fondò i Fratelli Ospedalieri. Dal suo motto - "Fate del bene fratelli" - l'ospedale romano "Fatebenefratelli". "Che bel nome, che insegnamento importante!", commenta il Papa. La chiesa e il Centro Social Paroquial São Vicente de Paulo, visitati questa mattina dal Papa, si trovano nel cuore del quartiere periferico e problematico di Serafina, a Lisbona. Il Centro, sorto dove prima c'erano baracche e persone che viveno sostanzialmente abbandonate, impiega circa 170 persone che, nelle più diverse funzioni, si occupano, tra le altre cose, di un asilo nido, di una scuola per l'infanzia, delle attività per il tempo libero dei bambini e dei ragazzi, di una casa di riposo per anziani, di un centro diurno per anziani e disabili e del sostegno domiciliare. La parrocchia è stata istituita il 25 marzo 1959 dal cardinale patriarca Dom Manuel Gonçalves Cerejeira e affidata ai Padri Missionari della Consolata insieme a quelli di Santo António de Campolide. (ANSA).