Masi, de-internettizzarsi ma con "juicio"
(ANSA) - ROMA, 31 DIC - Dobbiamo "de-internettizzarci"? Il blogger ed editorialista del NYT Ross Douthat ha di recente riproposto in rete un suo famoso articolo che suonava più meno così: "Resistiamo ad internet", abbiamo toccato il fondo. Il professor Mauro Masi, delegato italiano alla proprietà intellettuale è sostanzialmente d'accordo con questo concetto ma prima - scrive nel punto della sua rubrica su Italia Oggi - bisogna capire qual è la chiave del successo di Internet. Questa chiave - ragiona - per molti sta nella sua apertura, nella sua libertà combinata con la possibilità di sentirsi una parte di un tutto e che in questo modo ci si illuda di contare qualcosa. Se uno scrive un tweet al presidente Usa, al Papa o al suo idolo sportivo, crede davvero che risponderà proprio a lui Biden, Francesco o Cristiano Ronaldo. Non è così ma, e questo è il bello e l'arcano della rete, non lo si può completamente escludere. Va da se che nessuno è in grado di decidere regole condivise, eppure la rete - continua nel ragionamento Masi - vive di standard e gli standard sono fissati da poche grandi aziende, tutte americane, che non casualmente vengono indicate come le over the top e che sono diventate le icone del nostro tempo: Google, Facebook, Twitter, Amazon, Apple, Microsoft. E questi standard non prevedono la tutela dei diritti, anzi su Internet appare regolarmente ciò che altrove sarebbe impossibile perchè vietato per legge. Il professore nel suo articolo fa riferimento proprio al diritto d'autore che il boom del digitale e della rete ha portato ad essere sempre più sbiadito con la scomparsa della differenza tra originale e copia di un'opera dell'ingegno messa online che diventa patrimonio di tutti. "Scompare di conseguenza il concetto dell'avente diritto in quanto ideatore/creatore dell'opera". Quindi - è la conclusione- ben venga la "de-internettizzazione" della nostra società ma tenendo sempre presente che la Rete ha permesso quegli interventi e quelle connessioni che spesso nemmeno il settore pubblico riusciva a garantire". Dunque, avanti con "juicio". (ANSA).