Penelope Cruz, il lato materno mi appartiene da sempre
(ANSA) - VENEZIA, 04 SET - Penelope Cruz parla italiano, "l'Italia è la mia seconda casa, amo questo paese dove sono sempre stata accolta, è un legame anche cinematografico e quando arriva un progetto, bello come quello del film di Emanuele Crialese, L'Immensità, per cui sono qui, sono felice". L'attrice spagnola premio Oscar accompagna il film in concorso (prodotto da Wildside, distribuito da Warner dal 15 settembre), in cui interpreta una moglie infelice, "in trappola, senza un piano B, per il suo matrimonio finito, visti i tempi" e "una madre che diventa complice dei suoi figli, soprattutto di Adriana, così diversa e anche lei infelice che attende gli alieni che la portino via in un altro mondo in cui sentirsi meglio, potersi chiamare Andrea. C'è - dice in un'intervista all'ANSA - una fortissima connessione tra loro due, nel loro sentirsi in gabbia, senza possibilità di scappare. Nel non detto, nel loro scambiarsi sguardi c'è tutto". Nel film, dichiaratamente autobiografico per il regista, Cruz è di nuovo madre, "anzi tante madri nella complessità di questo ruolo. Ho un lato materno fortissimo, sin da quando ero piccola. Ho fatto sette film con Pedro Almodovar e in cinque sono madre, la maternità mi appartiene, è un mondo infinito sempre da scoprire, così come la famiglia". Un legame con i figli, in questa casa anni '70 che rappresenta la loro 'prigione', è Raffaella Carrà: mamma Penelope si scatena a ballare Rumore, coinvolgendo i tre ragazzini. "Io sono pazza di Raffaella da sempre, cantavo le sue canzoni a squarciagola per tutta la mia famiglia, è stata una donna molto importante per me". (ANSA).