Referendum nel nord del Kosovo contro i sindaci albanesi
(ANSA) - BELGRADO, 21 APR - Nel nord del Kosovo è in corso da stamane un referendum per la destituzione dei sindaci di etnia albanese nei quattro maggiori Comuni a maggioranza serba - Zvecan, Zubin Potok, Leposavic e il settore serbo di Kosovska Mitrovica. Una consultazione tuttavia che è boicottata dalla locale popolazione serba per protesta contro quelle che vengono ritenute regole e condizioni eccessivamente restrittive imposte dalle autorità di Pristina con l'obiettivo, si afferma, di far fallire il referendum. Per la validità della consultazione è stato imposto infatti un quorum del 50% più uno degli aventi diritto in ciascuno dei quattro Comuni, una soglia questa ritenuta molto difficile da raggiungere per via del gran numero di serbi locali, circa il 15%, che hanno lasciato il Kosovo negli ultimi tempi per le condizioni di vita sempre più pesanti e insostenibili a causa della politica considerata discriminatoria del governo di Pristina. Secondo Srpska Lista, la principale forza politica in rappresentanza della popolazione serba in Kosovo, le liste elettorali non sarebbero aggiornate e in esse figurerebbero molti più elettori di quanti ve ne siano in realtà. Le proteste sono dirette anche contro la decisione di sistemare telecamere di controllo ai seggi, cosa questa ritenuta non democratica e inaccettabile. L'insoddisfazione la collera dei serbi è al tempo stesso cresciuta nelle ultime settimane per la messa al bando del dinaro serbo decisa da Pristina. Il referendum è stato organizzato dalle autorità kosovare dopo che nei mesi scorsi negli stessi quattro Comuni del nord si è tenuta una petizione, con la raccolta di firme, almeno il 20% degli aventi diritto, con la richiesta di destituzione dei sindaci albanesi. L'opinione comune fra i serbi è che tale petizione sarebbe stata largamente sufficiente per procedere alla destituzione dei sindaci di etnia albanese, invisi e contestati, e risultati eletti nel voto locale del 23 aprile 2023. Una consultazione quella di un anno fa anch'essa boicottata in massa dai serbi per protesta contro la politica ostile di Pristina., e che portò per questo all'assenza di candidati serbi e all'elezione dei sindaci albanesi. (ANSA).