Sanità, il ticket lo devono pagare i ricchi
La lettera al direttore
Sanità, il ticket lo devono pagare i ricchi
Questa è una lettera aperta al ministro Speranza. Caro ministro, sono un medico di famiglia prossimo al pensionamento, ex Pci, ex Pd, rePd. Ho letto, finalmente, della possibilità di far pagare i ticket a tanti abbienti, ricchi. Dopo anni non ho smesso di indignarmi, ogni giorno in ambulatorio.
Famigerata normativa quella sull’esenzione dal pagamento ticket per età e reddito che vede una operaia della concia e suo marito operaio metalmeccanico pagare il superticket perché fanno cumulo e tutti i lavoratori autonomi (ex meccanico con villa con piscina e Jaguar, ex idraulico con 15 appartamenti, ex assicuratore con Porche, ex ristoratore 4 stelle) e potrei continuare, tutti miei pazienti, non pagare un centesimo per le prestazioni mediche.
Negli anni mi sono rivolto ai deputati del mio partito, prima Daniela Sbrollini, poi Filippo Cremin (allora neolaureato a cui ho fatto da tutor e criticata insieme la normativa). Ho consegnato a mano una lettera a Gian Antonio Stella, ho chiamato Prima pagina, trasmissione nella quale ho ascoltato il direttore del giornale al quale sto scrivendo per farle arrivare il messaggio, ed esposto la questione a Francesco Merlo di Repubblica. Mi sono rivolto al Presidente dell’Ordine di Vicenza, mio collega, che mi aveva promesso interessamento.
Ho constatato che i politici (a parte tu, vista la prospettiva di un cambio regolamento) non sanno come stanno le cose. Ti assicuro che sono decine e decine i milioni di euro non incamerati solo nella mia ricca regione. Questo succede perché in Sanità vale solo il reddito da pensione che in questi casi non supera spesso i 1000 euro. Spero proprio che tu riesca a cancellarla altrimenti continuerò la mia battaglia.
Paolo Tonello
Grandi evasori e ingiustizie sociali
Questa, come sa, è terra di autonomia e anche questa materia è gestita direttamente dalle due Province autonome, ma mi sembra un buon metodo quello che lei ha scelto per cercare di fare arrivare il suo grido al ministro. Ogni volta che nel nostro Paese si lega qualcosa al reddito, si scopre - come lei giustamente sottolinea - che chi ha redditi bassi deve pagare cifre importanti e che i grandi evasori hanno persino benefici, esenzioni, sconti... Finché tutti gli italiani non pagheranno le tasse, questo Paese resterà (anche) quello delle ingiustizie sociali. E io continuo a chiedermi se siamo solo lei, io e pochi altri quelli che notano certe macchine, certi stili di vita e certe dichiarazioni dei redditi non esattamente corrispondenti.
a.faustini@ladige.it