La strage dell’11 settembre è stata quasi dimenticata

Tra memoria e rimozione: la lettera di una lettrice sulle Torri Gemelle, il Direttore risponde.

La strage dell’11 settembre è stata quasi dimenticata

Gentile direttore, giovedì è stato il giorno del compleanno della Senatrice Liliana Segre e tutti i giornali e tg, nonché il nostro Presidente Mattarella, si sono profusi con auguri e ricordi del passato. In questo l’Adige non ha fatto eccezione.
Il giorno successivo, 11 settembre, data di una ricorrenza che ha cambiato il mondo intero, mi sono stupita nel non trovare nessuna menzione né sui giornali né sui tg. Anche questa volta l’Adige non ha fatto eccezione, poiché non considero il trafiletto di pagina 5 esaustivo come ricordo, ma solo l’evidenza che anche New York è in fase di pandemia.
Ora mi chiedo: è forse più importante il compleanno della suddetta senatrice, ricordo che per l’olocausto esiste già una data della “Memoria” in gennaio, che un giorno che possa indurci a riflettere su quanti hanno perso la vita per una guerra di religione che non si è ancora conclusa?

Licia Piffer

Ma l’11 settembre resta nei cuori di tutti

Devo dirle che l’11 settembre resta una ferita nel cuore di tutti noi, qualcosa di incommensurabile, anche dal punto di vista simbolico. Ma di solito si dà molto spazio a questo tipo di “ricordi” quando c’è l’anniversario tondo. Non che i 19 anni siano poco importanti, ma sono certo che se non si fossero mossi - in due luoghi diversi, quasi contendendosi l’eredità dell’11 settembre - i candidati alla presidenza degli Stati Uniti Trump e Biden, in tanti avrebbero pensato appunto alla pandemia che terrorizza anche l’America più che al ricordo della tragedia del 2001. Tondo è invece l’“anniversario” che riguarda la senatrice a vita Liliana Segre, che ha compiuto 90 anni il 10 settembre. Non c’è una gara fra memoria e memoria. Nel caso specifico, c’è il giusto omaggio di un Paese, l’Italia, a una superstite dell’Olocausto, a una donna che è un esempio straordinario del valore (e della necessità) della memoria. A gennaio, mi lasci dire, si ricorda l’orrore e si ricordano soprattutto i morti. Qui parliamo invece di una sopravvissuta e chi può ancora raccontare direttamente la Shoah andrebbe celebrato ogni giorno. Le occasioni per discutere di una guerra di religione che indubbiamente c’è ancora non mancano e non mancheranno, ma non saranno appunto mai in competizione con una signora che ha dato voce e occhi ai ricordi anche più devastanti di una storia che in troppi - con quello che gli esperti chiamano mnemocidio - vorrebbero cancellare.

lettere@ladige.it

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