Meteo e parassiti, annata nera per gli apicoltori
Ecco allora che niente nettare, niente miele. La raccolta degli apicoltori trentini è stata molto magra, per non dire un vero disastro, con un calo del 70%
Ecco allora che niente nettare, niente miele. La raccolta degli apicoltori trentini è stata molto magra, per non dire un vero disastro, con un calo del 70%. «È l'annata peggiore degli ultimi 30 anni», non ha usato mezzi termini Marco Facchinelli, presidente dell'Associazione Apicoltori Trentini, che riunisce 280 produttori, per descrivere la situazione di tanti apicoltori trentini messi in ginocchio da una crisi che questa volta è nata da un meteo che non si comanda.
«Le condizioni climatiche per la produzione del miele non sono state favorevoli - ha affermato Facchinelli - e la produzione di nettare dai fiori è stata carente. Questo processo, infatti, necessita di una temperatura attorno ai 20 gradi ma come tutti abbiamo visto difficilmente si sono raggiunti».
Accanto al problema climatico che è il colpevole principale di questo disastro, gli apicoltori trentini si sono anche dovuti confrontare con altre minacce biologiche, come la temibile varroa, l'acaro parassita delle api. «Il miele di castagno - ha spiegato Marco Facchinelli - non si è riusciti quasi a produrlo e abbiamo pochissime quantità di millefiori. Anche il miele di acacia è ridotto al minimo e quasi completamente assente è la melata di abete».
Se la produzione di miele è calata del 70%, le pesanti ripercussioni si sono avute anche ovviamente sugli incassi dei produttori che dopo aver avuto maggiori spese per il nutrimento artificiale degli alveari, alcuni dei quali alimentati in questo modo tutto l'anno, si sono trovati con un incasso inferiore di quasi l'80%. Meno miele e quindi meno affari tanto che al momento l'Associazione Apicoltori Trentini è stata costretta a bloccare il contratto di rifornimento con i supermercati Poli e Doa (Conad). «Per noi è una perdita immensa - ha chiarito il presidente degli apicoltori trentini - perché stiamo parlando di contratti di quintali di miele che non siamo riusciti a fornire visto la bassa produzione».
Anche i prezzi, a fronte di una situazione del genere, sono lievitati anche se l'associazione ha cercato di mantenere un limite agli incrementi per non uscire dal mercato. «Oggi un chilogrammo di miele - ha spiegato Facchinelli - va dai 13 ai 14 euro ma se avessimo considerato le perdite avute e la poca quantità prodotta avremmo dovuto salire almeno a 40 euro al chilogrammo. Ci troviamo purtroppo nella condizione di chiedere a numerosi nostri consumatori, abituati al miele di qualità trentino, di attendere la prossima stagione perché non riusciamo in nessun modo a soddisfare tutte le domande».
Il mondo degli apicoltori è quindi in ginocchio. Si attende una stagione 2015 migliore ma soprattutto che si riesca ad avere un meteo che possa creare le condizioni per rimettere in piedi gli alveari trentini colpiti, tra le altre cose, da una forte moria delle api. E sono gli stessi produttori a sperare. «Ci troviamo in una situazione drammatica - ha affermato Gualtiero Marcolla dell'Apicoltura Belfort di Spormaggiore - perché abbiamo avuto una produzione disastrosa e siamo stati costretti, mettendo in campo molte risorse, anche a dover nutrire gli alveari. Alcune qualità di miele quest'anno, purtroppo, sono scomparse dal mercato. Ci resta che sperare nella prossima annata».