Yellowstone, uccisa l'orsa che ha sbranato un uomo
È stata uccisa l'orsa che la settimana scorsa, nel parco statunitense di Yellowstone, ha sbranato un escursionista. L'animale è stato individuato grazie all'esame del Dna sui resti della vittima, il 63enne Lance Crosby. La decisione di uccidere l'orsa per ragioni di sicurezza pubblica, spiegano i funzionari del parco, è stata presa per il fatto che il grizzly non si è limitato a uccidere l'uomo, ma ha mangiato parte del corpo e ha nascosto i resti per cibarsene in un secondo momento.
"Normali attacchi difensivi da parte di un'orsa che difende i cuccioli non prevedono il consumo del corpo della vittima" si legge in una nota. Per i due cuccioli dell'orsa, che con molta probabilità si sono cibati dell'uomo insieme alla madre, è stata decisa una sorte diversa: verranno affidati a uno zoo accreditato dall'Associazione zoo e acquari statunitense. "Come gestori del parco, dobbiamo equilibrare la tutela delle risorse del parco con la sicurezza pubblica", ha spiegato il sovrintendente di Yellowstone, Dan Wenk.
La decisione di uccidere l'orsa, se il Dna ne avesse confermato l'identità, era stata preannunciata nei giorni scorsi e aveva dato il via ad una serie di e-mail e telefonate di protesta indirizzate al parco da parte di ambientalisti, che hanno sottolineato le responsabilità della vittima per aver intrapreso un'escursione da solo e senza spray anti-orso. Come sottolinea lo stesso parco, gli escursionisti sono invitati a muoversi in gruppi di tre o più persone, portando con sè spray anti-orso, facendo rumore lungo il cammino e mantenendo una distanza di sicurezza di almeno 100 metri da orsi e lupi. Nel parco e nelle aree limitrofe si contano 750 orsi.