Progetto idroelettrico sull'Adige in Vallagarina La Uiltec contro i Comuni: sì alla diga Aquafil
La Uiltec del Trentino contro l’orientamento negativo espresso dai Comuni interessati e a favore del progetto idroelettrico, con impianto e diga sull’Adige, proposto dal gruppo Aquafil, presieduto dal numero uno di Confindustria Trentino Giulio Bonazzi.
La Uiltec del Trentino contro l’orientamento negativo espresso dai Comuni interessati e a favore del progetto idroelettrico, con impianto e diga sull’Adige, proposto dal gruppo Aquafil, presieduto dal numero uno di Confindustria Trentino Giulio Bonazzi.
In una nota diffusa oggi, il sindacato prende una posizione diametralmente opposta a chi rileva che il proliferare di cementificazioni nei corsi d’acqua rappresenta un’alterazione grave dell’equilibrio ambientale e paesaggistico con danni anche economici alle comunità locali.
Uiltec, al contrario, sollecita l’incentivazione di produzione di energia elettrica attraverso la fonte rinnovabile dell’idroelettrico, per ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici dovuti anche all’uso di energia termoelettrica.
Come noto, in Italia l'energia idroelettrica gode di importanti incentivi finanziari statali, perché è assimilata alle fonti rinnovabili.
Nello specifico Uiltec lamenta in una nota il no dato da alcuni politici al progetto della centralina idroelettrica posta tra i comuni di Nomi, Pomarolo e Volano.
«Se la procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via) evidenzierà benefici ambientali tipo la regolamentazione della falda acquifera, miglior sicurezza in caso di piena e nella qualità delle acque - si legge nella nota firmata dal segretario provinciale Alan Tancredi - non capiamo perchè non si debba concedere la concessione idroelettrica».
«Quello che non condividiamo - prosegue Tancredi - è che su questi argomenti c’è il condizionamento del no per partito preso e chiunque, senza un minimo di preparazione tecnica mette in dubbio quanto asserito da tecnici competenti che attuano la procedura del Via».
«Se i sindaci dei comuni di Aldeno, Besenello, Nomi, Villalagarina, Mori, Calliano, Pomarolo, Volano e perché no Trento e Rovereto partecipassero come quota pubblica, con i proventi dei dividendi potrebbero fare un servizio importante per la salute dei loro cittadini», conclude Tancredi.
La questione idroelettrico in Italia è al centro di numerose mobilitazioni nelle comunità alpine interessate dalle richieste di concessione avanzate in genere da imprese private attirate dal ricco regime di incentivi. Sul tema è stato lanciato anche un Appello nazionale per la salvaguardia dei corsi d’acqua che illustra i vari punti critici rappresentati dal modello di business in atto nei fiumi e nei torrenti italiani che devono sopportare anche un massiccio prelivo a scopi irrigui.
Richiamando anche il precario recepimento della Direttiva europea quadro sulle qualità delle acque, l'appello sottolinea che le norme italiani sono sbilanciate a favore dello sfruttamento intensivo di fiumi e torrenti, generando conseguenze negative per l'ambiente naturale e umano che vive nei territori interessati.