Il Muse torna in Rai a «Geo» con un doppio appuntamento
Il Muse di Trento si riprende il palcoscenico televisivo nazionale con un doppio appuntamento in Rai
Il Muse di Trento si riprende il palcoscenico televisivo nazionale con un doppio appuntamento in Rai: il museo e i suoi ricercatori saranno ospiti negli studi della trasmissione televisiva Geo per raccontare due nuovi progetti scientifici.
Giovedì 11 maggio, Francesco Rovero, ricercatore della sezione di Biodiversità tropicale del Muse, condurrà il pubblico di Rai Tre negli immensi spazi della catena dei Monti Altai, in Mongolia, sulle tracce del leopardo delle nevi.
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Nel marzo 2015 un team di spedizione composto da 4 ricercatori, 2 video-operatori e 2 ranger mongoli dell’Ufficio governativo dedicato alle aree protette, ha posizionato su un’area di circa 1000 chilometri quadrati 50 foto-trappole, delle stazioni fotografiche collegate ad un sensore che si attiva nel momento in cui l’animale entra nel raggio di azione dello strumento. Grazie a questa metodologia è stato possibile rilevare in modo non invasivo la presenza del leopardo delle nevi e raccogliere delle rarissime immagini che lo ritraggono, permettendo in questo modo di documentarne in modo sistematico la presenza in questa regione. Lo studio è la prima mappatura in grado di determinare la consistenza del grande felino in quest’area.
Il viaggio dei ricercatori del Muse è stato raccontato in Ghost of the mountains, documentario presentato in anteprima al Trento Film Festival 2016. Girato dal regista Frederik Wolff Teglhus e da Annalisa Brambilla è una co-produzione dei due partner principali del progetto, MUSE e il Natural History Museum of Denmark. Le immagini di questo incredibile documentario faranno da commento visivo all’intervento di Francesco Rovero in trasmissione.
Ritorno del Muse sugli schermi di Rai Tre lunedì 16 maggio. I glaciologi Christian Casarotto ed Elena Bertoni, della sezione di geologia del museo, presenteranno POLLiCE, progetto di ricerca che vede lavorare i ricercatori del Muse fianco a fianco con quelli della Fondazione Edmund Mach e dell’Università di Innsbruck e Milano.
Il pubblico di Geo avrà la possibilità di seguire i ricercatori a 3.100 metri di quota sul Ghiacciaio dell’Adamello grazie alle suggestive immagini catturate nel corso del carotaggio realizzato a Pian di Neve nei mesi scorsi. L’attività - svoltasi durante la notte a una temperatura inferiore al -10°C con l’utilizzo di una carotatrice di origine svizzera - ha permesso di prelevare una carota di ghiaccio di 40 metri per analizzarne la componente vegetale e leggere l’evoluzione del clima del XX secolo nell’intorno dell’Adamello. La parola passa ora alle analisi che saranno svolte dalla Fondazione Edmund Mach e dalle Università di Innsbruck e Milano, mentre il Muse, forte di un’esperienza maturata a partire dal 2006 nell’analisi dei bilanci di massa dei ghiacciai trentini, elaborerà i dati glaciologici. Il polline ritrovato potrà stabilire una cronologia stagionale e annuale del ghiaccio e fornire informazioni sulla composizione della vegetazione del passato.
Le piante, infatti, rilasciano una grande quantità di pollini nell’atmosfera. Trasportati dalle correnti atmosferiche, i granuli si depositano sulla superficie del ghiacciaio, in corrispondenza di specifici momenti di fioritura. Ogni granulo di polline verrà analizzato sia per forma e dimensione (metodo morfologico tradizionale) che attraverso il dna (approccio innovativo di metabarcoding del dna), risalendo quindi alla tipologia di pianta che lo ha rilasciato. Attraverso il cambiamento delle specie vegetali presenti nell’intorno dell’Adamello, sarà così possibile leggere l’evoluzione del clima. Oltre all’analisi della componente biologica vegetale, verranno ricostruite la composizione chimica dell’atmosfera e la sua variazione nel tempo, con particolare attenzione alle emissioni antropiche che raggiungono l’arco alpino e vengono intrappolate nelle precipitazioni nevose. Tra queste solfati, cloruri, nitrati, ma anche polveri carboniose provenienti dalla combustione di carburanti fossili e sostanze organiche emesse dalle attività industriali che caratterizzano le aree fortemente antropizzate (come la Pianura Padana) e che circondano il massiccio dell’Adamello.
Geo è il porgramma della televisione pubblica dedicato all’approfondimento della scienza, della tecnologia e dell’attualità. Condotto da Sveva Sagramola, volto storico della trasmissione, e da Emanuele Biggi, biologo e fotografo amante della natura, va in onda dal lunedì al venerdì dalle 15:45 alle 19:00.