L'ondata di gelo fa danni per milioni di euro Rischia l'80% delle coltivazioni, paura per viti e meleti
Prevista, annunciata, temuta. E alla fine, puntualissima, è arrivata. La «super gelata», dopo le due «anticipazioni» di martedì e mercoledì, nella notte tra giovedì e ieri c'è stata e ha provocato danni significativi.
Quantificarli, anche economicamente, è ancora prematuro: i periti dovranno andare nei campi, analizzare, capire e poi ci vorranno alcune settimane per vedere come reagiranno le piante. Ma quello che è certo è che alcune decine di milioni di euro di danni sono stati fatti e che almeno l'80% del territorio provinciale è stato interessato dal freddo durante questa settimana da incubo. Ed è altrettanto certo che il raccolto 2017 sarà quantitativamente inferiore a quello del 2016 e probabilmente anche a quello degli ultimi vent'anni: dalla gelata record del 1997, infatti, quella di ieri è stata indubbiamente la più violenta.
Tutta la provincia è stata colpita: un po' meglio è andata alla val d'Adige, dove due notti fa c'è stato un po' di vento che ha salvato almeno in parte dal gelo. Male è andata alla val di Non: la temperatura è scesa mediamente tra i meno tre e i meno cinque gradi (picco a quasi meno nove nella cosiddetta «buca di Francia»). Colpite anche Valsugana (nella zona di Pergine segnalazioni fino a meno quattro), Vallagarina (con danni alle viti) e l'area di Lomaso.
«Oggi è impossibile fare considerazioni economiche - sottolinea il direttore di Codipra Andrea Berti , al termine di una lunghissima giornata iniziata all'alba - perché ci sono molte variabili. Possiamo dire che ci sono state tre notte consecutive di gelata: la prima non così drastica, l'ultima molto forte. A macchia di leopardo praticamente tutto il Trentino è stato colpito: nella zona di Trento e Aldeno è arrivata tardi, intorno alle 5 del mattino, e per un arco temporale minore rispetto ad altre zone, quindi ha avuto conseguenze meno negative. Val di Non e val di Sole sono state colpite duramente e abbiamo tante segnalazioni anche da Valsugana e Vallagarina. Poi bisogna tenere conto che anche a distanza di cento metri le temperature cambiano e quindi anche i danni».
I prossimi giorni e le prossime settimane saranno di intenso lavoro. «Noi abbiamo valori assicurati per più di 290 milioni di euro (il valore assicurato per le mele nonese è pari a 160 milioni di euro), e siamo l'unica realtà nazionale con 286 milioni del totale comprensivi del rischio gelo. L'anno scorso ci sono stati danni tra i 17 e 18 milioni di euro. Quest'anno sembra che i danni siano più importanti, ma non si può ancora dire fino a che punto. Posso dire che la produzione ci sarà, ma anche che c'è un danno ed è significativo».
Anche il presidente del Consorzio difesa dei produttori agricoli Giorgio Gaiardelli conferma e spiega tecnicamente la situazione. «L'80% del totale dei frutteti trentini è stato colpito. Ci sono alcuni fattori di debolezza per i frutteti come la siccità e l'allegagione (il passaggio da fiore a frutto, ndr) appena terminata. Fattori che potrebbero amplificare il danno provocato dal gelo».
Fare una stima dei danni non è ancora possibile. «In questo momento sarebbe prematuro. La vera cartina di tornasole sarà il momento della cascola, perché è possibile che anche i frutti che al momento sembrano "allegati" cadano dalle piante. Per questo, una prima valutazione da parte dei tecnici sarà fatta tra un mese circa. Gli effetti non sempre sono visibili immediatamente. Penso allo scorso anno, quando i fiori marroni avevano fatto presagire una situazione ben più grave rispetto alla realtà. Parlo da contadino e non da tecnico, e la mia impressione è che la situazione sia peggiore rispetto a quella di un anno fa, ma migliore rispetto al disastro del 1997.
E anche la notte tra ieri e oggi è stata d'allerta, come spiega Andrea Piazza di Meteotrentino: «Una possibilità c'è e quindi abbiamo lanciato un avviso per gelate da irraggiamento nonostante l'aria più calda, soprattutto in quota. Poi, almeno fino a martedì 25, non sono previste condizioni favorevoli al gelo».