Idroelettrico, dalla Provincia no a nuove dighe sull'Adige
All'ingresso del paese, il sindaco di Nomi Rinaldo Maffei aveva piazzato lo striscione «Dighe de no!». E così è stato.
La Provincia di Trento ha detto un no definitivo alle dighe sul fiume Adige per sfruttarlo a fini idroelettrici. L'ha fatto prima, nell'agosto 2010, archiviando, sulla base di un vincolo assoluto di inedificabilità nell'area interessata, il progetto di Aquafil Power.
E, da ultimo, nei giorni scorsi, respingendo altri due progetti: quello presentato ancora nell'aprile 2008 da Paolo Battocchi per conto di Trentino Servizi spa (oggi Dolomiti Energia Holding spa) e quello presentato nel febbraio 2015 da Marco Meneguzzer per conto della Sepi-Studi esecuzioni progetti ingegneria srl. I progetti di Acquafil Power e Trentino Servizi-De individuavano il punto ideale in cui realizzare la diga di sbarramento in località «Murazzi», nei comuni di Besenello e Nomi. Il problema, che ha sollevato un'autentica sollevazione popolare e istituzionale nei comuni e nelle circoscrizioni interessati (da Besenello ad Aldeno, passando per Nomi, Mattarello e Ravina), è che i progetti avrebbero interessato una larga fetta di territorio a monte dello sbarramento.
La traversa realizzata per il salto artificiale e il convogliamento dell'acqua per alimentare le turbine, avrebbe provocato un innalzamento del fiume Adige di 2,82 metri con il progetto di Aquafil Power e di 3 metri con quello di Trentino Servizi, con effetti fino a 4-5 chilometri a monte, superando Mattarello. Forte il timore di allagamento delle campagne. Per i contadini e gli amministratori della zona, progetti comunque impattanti, anche se di dimensioni ridotti rispetto a quello concepito nel 1984 a Asm di Rovereto e Agsm di Verona (3 MegaWatt anziché 17).
La richiesta di Trentino Servizi datata 2008 è stata sospesa fino all'aggiornamento del Piano di tutela delle acque. Il progetto a firma ingegner Franco Frosio è stato bocciato perché la traversa fluviale (a circa 2,4 km a valle dello scarico dell'impianto di depurazione Trento Tre in costruzione) «creerebbe un rigurgito risalente il fiume Adige per circa 5.400 metri; indicativamente detto rigurgito si esaurirebbe a monte del ponte sulla S.P. 21 tra Mattarello e Romagnano, ovvero 2.950 metri circa a monte del citato scarico». La Sepi aveva chiesto di poter derivare dall'Adige più a valle, all'altezza dei Comuni di Lizzana e Isera, per produrre 2,96 MegaWatt con un salto di 3,5 metri. Il rigetto deriva dal fatto che l'opera di presa prevista si situa all'interno del chilometro immediatamente a valle dello scarico del depuratore di Rovereto. E l'interferenza con lo scarico dei depuratori è un criterio considerato non derogabile.