Casette e cani per difendersi Così la Provincia contro i lupi
Casette container per la permanenza dei pastori in quota, reti elettrificate e cani maremmani-abruzzesi per la guardiania delle greggi. Sono i mezzi usati dalla Provincia per aiutare gli allevatori a difendere i loro animali dalle razzie dei lupi, mezzi introdotti già da qualche anno anche per difendersi dalle incursioni dell’orso e che quest’anno stanno registrando un boom di richieste, vista la rapida diffusione dei predatori nei boschi e sulle montagne trentine.
Le case cointainer in particolare sembrano dare buoni risultati e hanno spinto l’ente pubblico ad aumentare dotazione e offerta. Ne sono state acquistate tre di nuove e ora sono una decina. Moduli che vengono trasportati con l’elicottero nelle zone di alpeggio dove non ci sono malghe o altre strutture fisse in cui i pastori possono pernottare e vivere, evitando di lasciare per tre mesi mandrie e greggi libere senza controllo e dunque alla mercè dei predatori.
I risultati finora sembrano giustificare ampiamente l’investimento. Sul gruppo del Carega il box è stato utilizzato nelle due ultime stagioni estive assieme a un set di reti elettrificate alimentate a pannelli solari e due cani da guardiania ed i risultati si sono visti: in una zona dove è stabilmente presente un branco di lupi si è registrata la perdita di appena quattro capi ovini e uno equino.
Recinzioni e cani sono le altre due misure anti razzia prese dagli allevatori e sovvenzionate dalla Provincia. Fino all’anno scorso le richieste erano limitate rispetto a quelle riguardanti l’orso anche se l’attività dei referenti zootecnici dell’ente pubblico ha contribuito in maniera sostanziale ad aumentare la prevenzione. Complessivamente nel corso del 2017 sono stati seguiti trenta alpeggi, perlopiù nella parte orientale del territorio dove è concentrata la presenza del lupo, quattro dei quali sono stati dotati di reti elettrificate, alte 1 metro e 40 centimetri. La protezione ha riguardato 1.753 capi ovicaprini e 3 equini con risultati anche in questo caso soddisfacenti: tre attacchi in tutto l’anno e 16 capi perduti, pari allo 0,9% del totale.
Altra presenza recente per le nostre montagne è quella dei cani da guardiania. I primi due esemplari sono stati introdotti nel 2014 e adesso sono una ventina gli esemplari cresciuti a contatto con le greggi di cui sono diventati gelosi custodi. «Sono presenze decisamente efficaci - assicura Claudio Groff, responsabile del settore grandi carnovori dell Provincia - che noi procuriamo in un centro specializzato e certificato e di cui finanziamo l’acquisto fino al 90%».
Tra gli allevatori proprietari di cani di questo tipo è nata recentemente un’associazione che si scambia consigli ed esperienze. Vero che qualche problemino di convivenza con i turisti questi animali lo possono dare, essendo molto aggressivi nei confronti di coloro che sentono come una minaccia per le pecore. «Problemi a cui cerchiamo di ovviare - spiega Groff - con cartelli che invitano a non passare in mezzo al gregge, evitare di correre e di urlare. Credo comunque che se da anni nelle zone dove c’è il lupo, in Francia, Svizzera e in Anruzzo, la situazione è gestita in questo modo si possa fare anche da noi».