«L'orso M49 adottiamolo noi» Sagron Mis, il sindaco uscente non si ricandida e rilancia l'idea
Il governatore Maurizio Fugatti non sa più dove cacciare l'orso? Possibile che la soluzione sia così a portata di mano che nessuno la voglia cogliere? È da un po' infatti che il sindaco uscente e non ricandidante di Sagron Mis, Luca Gadenz , si fa avanti per accogliere M49, alias Papillon, come il ministro Sergio Costa lo ha umanizzato. Il borgomastro del piccolo paese, proprio poco meno di un anno fa, quando M49 era stato avvistato nel Vanoi, si era proposto di adottarlo predisponendo un luogo ideale ai piedi del Piz di Sagron.
Ora, visto che da Trento non si degnano di rispondere, Luca Gadenz propone il suo articolato progetto a livello nazionale, confidando che qualche regione lo sposi.
Complice una vacanza in Trinacria quale migliore regione per parlare di una possibile "Invasione degli Orsi in Sicilia" di Buzzatiana memoria si apre con il suo vicino di ombrellone che nota essere un giornalista e politico, ex governatore della Regione Lazio nonché ex ministro della salute che di nome fa Francesco Storace. Ne esce un'intervista in prima pagina sulla testata nazionale per cui l'ex parlamentare scrive.
Rientrato dalle ferie, "staniamo" Luca Gadenz per saperne di più. «Il progetto per adottare l'orso è il mio testamento politico, dopo dieci anni di duro impegno per uno sviluppo socioeconomico e turistico». E continua: «Io credo di aver lanciato un ottimo progetto e paziento ancora un po'. Se non mi risponde la Pat, io prendo il progetto e lo divulgo a livello nazionale e lo cedo a qualche territorio che ha maggior lungimiranza. Mi sto stufando, se tergiversano o non ci arrivano sulla strategicità del progetto, chiamo a turno tutti i presidenti delle regioni italiane a partire dalla Sicilia e chiedo se vogliono adottare M49».
Una provocazione? «È una grande provocazione, ma è stata emessa un'altra ordinanza di cattura per tre orsi. Ora, ammesso che riescano a catturarli, al Casteller ne dovrebbero finire cinque? Bisogna avere il coraggio di dire che la situazione ci è scappata di mano, e che abbiamo bisogno di aiuti esterni. Il costo ipotizzabile è di 1,5 milioni di euro: spesa non eccessiva se paragonata a certe altre infrastrutture finanziate dalla Pat come gli impianti di risalita. Due sono i potenziali siti di insediamento di M49 a Sagron Mis. Quello più grande, più selvaggio, sotto il gruppo del Cimonega, gruppo montagnoso di raccordo tra le Pale di San Martino e le Vette Feltrine, oltre che tra il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino ed il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, in mezzo il dolce Passo Cereda, l'altro che lambisce l'albergo Giasenei e l'anfiteatro naturale verso le miniere d'oro. In entrambi i casi il recinto sarebbe già strategicamente circondato da strade forestali e/o sentieri percorribili dai turisti. Un connubio perfetto, un irripetibile colpo di fortuna tra salvezza, benessere e vivibilità di M49, rispetto alla fruizione turistica di Sagron Mis».
Ma che dicono la popolazione e il prossimo suo successore alla guida di Sagron Mis, Marco Depaoli? «Ne ho parlato in consiglio comunale. La mia opinione è che la gente o non capisce o non si esprime. Di fronte al silenzio vado avanti per la mia strada, non voglio essere irrispettoso dell'opinione della gente, ma se non dice niente, considero come se fosse d'accordo. Anzi, la invito ad aprire la bocca, ogni tanto! Nessuno ha mai sollevato problemi, poi, nelle chiacchiere da bar, molti si sono risentiti considerandolo una pazzia. Il problema dell'elettorato non è più mio, ora è solo il mio testamento politico. O lo accettano, o lo bocciano assumendosi le responsabilità. Perché ha delle opportunità enormi. È un treno che passa una volta sola e continuerò a battere su questo punto».
Tra i punti salienti: l'areale avrà una dimensione adatta per garantire adeguate condizioni di vita all'orso, senza sottrarre eccessiva superficie alla fruibilità del territorio in zona il più possibile non abitualmente frequentata da censiti e turisti; non saranno limitati i diritti di uso civico, di caccia, assoggettamento del territorio a vincoli paesaggistici ambientali, quali Parco, o a qualunque altro tipo di riserva; l'areale sarà costruito da un recinto secondo i protocolli standard ISPRA; il perimetro sarà percorribile solo a piedi, con sistema di accreditamento monitorato e contingentato; saranno previsti addetti per manutenzione del recinto e del camminamento, info-point, alimentazione e cura dell'animale, guide esperte per accompagnamento diurno e notturno; interazione con produttori locali per miele, ortaggi, carne; sarà avviato un centro studi scientifici.