Referendum per il Distretto Biologico Trentino: anche da Slow Food ricorso legale contro Fugatti che lo ha bloccato
TRENTO - La giunta provincialer ha bloccato il referendum per promuoivere il Distretto Biologico del Trentino. Ma il comitato organizzatore, che ha raccolto migliaia di firme, non molla. Slow Food Trentino-Alto Adige/Südtirol, struttura autonoma con personalità giuridica propria, associata a Slow Food International, rappresentata dal signor Sergio Valentini, si è costituita ad adiuvandum nel giudizio davanti al Tribunale amministrativo regionale, promosso dal Comitato promotore del referendum propositivo con l’obiettivo di avviare un processo di trasformazione dell’agricoltura trentina in agricoltura biologica.
Il Comitato è assistito dall’ avv. Vanni Ceola e dall’avv. Federico Fedrizzi, mentre Slow Food è rappresentata dall’avv. prof. Elina Scotti e dall’avv. prof. Raffaele Bifulco.
Lo scopo del ricorso - spiegano i ricorrenti - è di far dichiarare illegittima una ordinanza del Presidente della Provincia, Fugatti, del 15 gennaio scorso, con la quale sospende le procedure di preparazione della consultazione e si riserva di rinviare di altri cinque mesi lo svolgimento della consultazione stessa.
È opportuno ricordare che Fugatti, a cui spetta solo il compito di fissare la data del voto, avrebbe potuto far svolgere la consultazione in coincidenza con le elezioni amministrative tenutesi nel settembre 2020. In tal senso era stato sollecitato anche da alcune forze politiche che avevano presentato un apposito disegno di legge per consentirne l’abbinamento. Ma ha rifiutato.
Successivamente lo stesso Presidente del Consiglio Kaswalder è intervenuto per bloccare il tentativo, sempre di Fugatti, di inserire nella legge finanziaria un emendamento finalizzato al rinvio del referendum. Infine, ha emanato l’ordinanza oggi impugnata – il Tar deciderà la questione nella seduta dell’11 marzo – priva di qualsiasi supporto legislativo, e addirittura in contrasto con la legge provinciale sui referendum che non consente il rinvio del referendum.
Il Comitato promotore del referendum, appresa la decisione di Slow Food Trentino-Alto Adige/Südtirol di costituirsi in giudizio, ad adiuvandum, ringrazia l’Associazione per la collaborazione offerta ed auspica che anche altre associazioni, le cui finalità sociali sono compatibili in tutto o in parte con gli scopi dell’iniziativa referendaria si uniscano in questa battaglia, che, in questa fase è soprattutto a difesa di diritti sacrosanti dei cittadini, tutelati sia dalla Costituzione che dallo Statuto di autonomia.
Ma perché il ricorso lo fa anche Slow Food? Tommaso Martini, Fiduciario della Condotta Valle dell’Adige Alto Garda: “Il buono, pulito e giusto alla base della filosofia di Slow Food non si identifica in modo automatico con il biologico. Ma proprio per questo abbiamo trovato nei promotori del Referendum degli interlocutori con i quali confrontarci. Il dibattito sul distretto biologico, infatti, pone al centro anche limiti e prospettive di sviluppo di questo sistema. Riflettere sulle monoculture estensive biologiche, sul cortocircuito che spesso vede prodotti biologici attraversare gli oceani per arrivare sulle nostre tavole e quindi il legame con il territorio, sulle difficoltà delle microimprese è parte del dibattito di Slow Food sul tema. Ma sicuramente il futuro deve essere bio. Il tema centrale è il cambiamento climatico (e con esso la trasformazione di modelli alimentari, di produzione, distribuzione e consumo) e in questo senso la prospettiva del Biodistretto è appoggiata dalla nostra associazione”.
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