Svolta nella Sat, una srl per gestire i rifugi. Facchini: "Strumento operativo che non cambierà la nostra natura"
Mentre si fanno i primi conti sulla stagione 2021 ("le perdite sono assai minori del previsto"), la presidente ha avviato il confronto con le sezioni: la futura società a responsabilità limitata si farà carico dei proventi commerciali del sodalizio: "La legge ci impone di tenere distinta l'attività istituzionale, svolta dai volontari. Dobbiamo essere pronti per il 2022"
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TRENTO. Com'è andata la "semestrale", presidente? Anna Facchini sorride.
Parlare di "bilancio semestrale" rinvia ad un approccio da azienda più che da sodalizio di cittadini che si associano condividendo l'amore per la montagna.
Eppure la Sat, colosso di 26.850 soci, deve tenere la barra dritta sui conti.
E muoversi tra i paletti della nuova normativa (riforma del terzo settore) che impone la netta separazione tra attività istituzionali e attività commerciali.
Da qui l'avvio di un percorso, che non è tutto in salita, ma che dentro la Sat impegna direttivo, sezioni e soci a superare qualche dislivello.
In tempi, per di più, abbastanza rapidi.
A proposito di "azienda", il nome ancora non c'è.
Non è detto che si chiamerà "Sat srl".
Ma, appunto, il percorso verso la costituzione di una società a responsabilità limitata cui mettere in carico i ricavi commerciali, in primis dagli affitti dei 34 rifugi (33, visto che il Tonini è ancora in cenere), è avviato.
La sera del 10 agosto, la presidente della Sat, Anna Facchini, ha convocato da remoto i presidenti delle 87 sezioni, per fare il punto.
Sui conti. Sul tesseramento. Sulla costituzione della srl. Sulle iniziative per celebrare i 150 anni dalla fondazione.
E per aggiornare sulla situazione rifugi, dopo il "caso" Tonini.
Riunione in pieno agosto, ma non è mancata la partecipazione.
«Una sessantina di persone collegate, c'è molta attenzione sul tema» dice Facchini. Ed il "tema" è la nuova azienda in casa Sat.
Presidente, partiamo dai conti del primo semestre. Cosa dicono?
«Prima considerazione: è la prima volta che sul punto venivano coinvolte le sezioni. Ci eravamo lasciati con il consuntivo 2020 e il bilancio di previsione 2021 presentato nell'assemblea dei delegati in gennaio. Un approccio prudente ci aveva portato a stimare una perdita, nel 2021, tra gli 80 e i 90 mila euro...».
E invece?
«È andata meglio. Con i risultati del primo semestre, la previsione è di ridurla a 30-35 mila euro. Si tenga conto che nel 2020, con la forte riduzione delle attività commerciali (nei rifugi), Sat aveva chiuso in utile solo grazie ad un contributo straordinario del Cai: 100 mila euro forfettari, più altri 9 mila a fronte della riduzione delle quote associative».
Com'è strutturato, in sintesi, il bilancio della Sat?
«Su un valore di 2 milioni di euro, più di un terzo dei ricavi viene dai rifugi. Ci sono due componenti distinte: i ricavi istituzionali - quote associative, contributi del Cai e della Provincia, contributi da sponsor - e i ricavi commerciali, su tutti gli affitti dei rifugi».
Quanto rendono i quattro partner sponsor, La Sportiva, Dolomiti Energia, Casse Rurali Trentine e Itas Mutua?
«A regime, 175 mila euro. Loro, più i maggiori contributi della Provincia per la gestione dei sentieri, ci aiutano a contenere le perdite nel 2021».
E il tesseramento come va?
«Al 10 agosto, mancano circa 1.500 soci per pareggiare la quota di dicembre 2020. Contiamo di recuperarli».
Presidente, perché Sat vuole costituire una srl?
«Sat è una Aps, una associazione di promozione sociale, cioè una non-profit, con i relativi benefici fiscali. Il codice del terzo settore, del quale si attendono gli ultimi decreti attutativi per il maggio 2022, impone una distinzione netta tra le attività istituzionali sorrette dai volontari (volontari sono i soci che curano i sentieri come la presidente e i consiglieri del direttivo che non ricevono un euro di indennità, né gettoni di presenza, idem i membri del collegio dei revisori) e attività commerciali».
Quindi una srl...
«Sì, un'impresa cui imputare alcune voci di ricavi, come le vendite di libri e gli affitti dei rifugi. Ovviamente, con la Sat come socio unico, e con gli utili realizzati che diventano fonte di finanziamento delle attività istituzionali della Sat. Il percorso è appena avviato, con il supporto di un gruppo di lavoro, commercialista, notaio, fiscalista, che ci aiuta nel definire l'oggetto sociale di questa società strumentale».
Come hanno reagito i presidenti di sezione?
«C'è molta attenzione. Sono arrivate molte domande: perché farla? Perché se ne parla ora? Non ho registrato interventi di opposizione preconcetta. Molti hanno la sensazione che vogliamo accelerare. Per certi aspetti è vero: senza fare le cose in fretta, dobbiamo farlo, essere pronti per il 2022».
A chi intravede il rischio di "snaturare" la Sat cosa risponde?
«Che la Sat nel 2022 festeggia 150 anni: il conto alla rovescia partirà il prossimo 2 settembre ricordano il 2 settembre 1872. Che ogni sua attività (cultura, sentieri, solidarietà) si basa sul volontariato. Che Sat può crescere solo facendo crescere la propria base sociale. Che la srl è solo uno strumento operativo: nessuno timore».
E sui rifugi, qual è la situazione dopo che il Comune di Baselga di Piné ha cassato il progetto del nuovo Tonini?
«La ristrutturazione del rifugio Mandrone è in corso. Il Boè è finito. Abbiamo avviato un concorso di progettazione (una novità) per la riqualificazione del Ciampedie, che è sottoposto ai Beni culturali. E prossimamente delibereremo la ristrutturazione del rifugio Tosa in Brenta. Per il Tonini, il consiglio direttivo di Sat ha preso atto della decisione del Comune. Per scelta, ora, preferisco aspettare uno, due mesi. Per far decantare le cose e poi ripartire con nuove idee».