Rifugio Fraccaroli al Carega: la famiglia Baschera lascia dopo 53 anni
Chiusa l’ultima stagione estiva, ora «è il tempo di lasciare a qualcun altro»: la struttura nel Comune diAla è del Cai di Verona, che deve cercare un nuovo gestore
ALA. «Da questo weekend il rifugio è chiuso... e noi, fratelli Baschera, non lo riapriremo più. Dopo 53 anni è giunta l'ora di cedere il passo ad altri. Ci sentiamo in dovere di ringraziare tutte le persone che in questi anni sono passate a trovarci, condividendo con noi l'esperienza di questa montagna e di questo rifugio. Buona vita a tutti». Così Carlo Baschera ha affidato a Facebook l'annuncio che è stato accolto come un piccolo terremoto nell'ambiente della montagna, sia trentina che veneta. Perché il Fraccaroli, sul Carega, nonostante sia nel territorio di Ala, è uno dei rifugi più amati dagli alpinisti veneti, tanto che la struttura è del Cai di Verona, sezione "Cesare Battisti".
Dopo 53 anni di fila la famiglia Baschera non sarà più alla guida del rifugio posto 2.239 metri e punto di arrivo e di partenza per la maggior parte delle escursioni nella catena delle Piccole Dolomiti.In poche ore il post ha raccolto oltre 350 commenti e 300 condivisioni. Il popolo dei social si è stretto attorno alla famiglia Baschera, che per tanti anni ha legato il suo nome alla struttura, rendendo il Fraccaroli un rifugio speciale.
Il Fraccaroli, spiegano dal Cai veronese, è il più "dolomitico" di tutti i rifugi del gruppo della Carega. Ancorato sulla forcella ai piedi della piramide sommitale di Cima Carega (2.259 metri), offre un panorama sul massiccio del Pasubio, l'altopiano lessinico, la catena del Baldo e il lago di Garda, la posizione elevata permette la veduta delle Alpi orientali, le Dolomiti, le Pale di San Martino, le Dolomiti di Brenta, fino a Venezia e al mare Adriatico nelle giornate limpide. Costruito nel 1952 come "Capanna Fraccaroli" ed ampliato in più riprese, disposto su due piani, con sottostante locale invernale, circondato attorno da un terrazzo.
Dispone di 22 posti letto e del servizio bar con cucina e servizio ristoro. È collegato con la strada forestale di Campobrun da una teleferica di servizio.Oltre al versante veronese che offre la naturale via di accesso al rifugio, è accessibile anche dei contrafforti trentini e vicentini dove offre spettacolari aspetti alpinistici.