Ferita mentre arrampica in falesia: inquietante ipotesi, centrata da un base-jumper in volo
L’incidente è finito con l’intervento dell’elicottero, per l’arrampicatrice una contusione alla caviglia, ma è incredibile la dinamica: il «saltatore» l’avrebbe colpita in volo sulla via Rita
ARCO. Cosa sia accaduto esattamente sabato mattina al sesto tiro della via «Rita» sulla Parete Zebrata di Dro forse non sarà possibile saperlo mai. Di certo una ragazza di Arco è finita all'ospedale con un trauma a un piede e con uno spavento grande dopo essere stata recuperata dal personale dell'elisoccorso con il verricello e portata in volo al Santa Chiara.
Di certo non una caduta come spesso accade sulle vie di roccia. La giovane, accompagnata da un amico, stava infatti risalendo la parete e si era fermata su una piazzola larga un paio di metri per "fare sicura" al compagno di cordata, quando lungo lo strapiombo è comparsa la vela di un base jumper che prima è passato non lontano dal ragazzo (una trentina di metri più in alto rispetto alla ragazza) e poi è ripassato proprio all'altezza della giovane.
In quel preciso momento, Asia - questo il suo nome - ha sentito un dolore fortissimo al piede e alla caviglia, si è girata e ha visto la vela del jumper che proseguiva la sua discesa. Lei si è accasciata a terra e ha dovuto chiamare quei soccorsi che poi l'hanno recuperata e ricoverata in ospedale, dove per fortuna non le è stata riscontrata la frattura ma solo una forte e dolorosa contusione: dieci giorni di prognosi.
La famiglia della ragazza, dopo l'episodio, si è recata presso la stazione Carabinieri di Arco e ha presentato denuncia contro ignoti.
«Esistono i pirati del volo - scrive la madre della ragazza in una lettera a l'Adige - mentre mia figlia era in parete un jumper le plana pericolosamente vicino andando a colpirla con un forte impatto alla caviglia». La madre si rivolge poi direttamente al jumper: «Difficile pensare che non si sia accorto di aver colpito una persona, avrà visto e sentito l'elicottero, eppure è atterrato, ha piegato la sua vela e se n'è andato».I Carabinieri difficilmente potranno risalire all'identità del presunto "investitore". In parete non ci sono telecamere e a parte i due giovani non sono stati rintracciati altri testimoni dell'accaduto.
C'è poi da capire esattamente la dinamica dell'episodio. La ragazza infatti conferma di non aver visto il jumper colpirla, ma di aver sentito un forte dolore proprio mentre la vela e il suo pilota le passavano accanto. Esiste quindi la possibilità che a colpire la ragazza sia stato un sasso smosso proprio dalla vela troppo vicina alla parete. Un'ipotesi, che comunque non può essere esclusa, come conferma anche il giovane che la accompagnava e che aveva sentito altri sassi muoversi al precedente passaggio del base jumper.
Nella sua lettera la madre della giovane chiede che situazioni di pericolo simili non si ripetano e arriva a proporre la frequentazione a giornate alterne di quei luoghi tra climbers e jumpers. Un provvedimento che probabilmente, almeno per ora, non sarà facile assecondare considerando l'estrema rarità dello "scontro" (diretto o indiretto che sia stato) verificatosi sabato mattina e per fortuna con un esito non grave. Ma di certo gli "incontri ravvicinati" tra frequentatori delle vie di roccia e dei trampolini si stanno facendo più frequenti.