Il rifugio San Pietro riparte con la nuova gestione: lo ha preso la famiglia Cattoni, lo gestirà Alessandro Alimena
Il giovane (marito di Alessia Cattoni) è pronto per il primo weekend, con una «brigata» di giovanissimi, nove persone più i collaboratori
TENNO. «In questi giorni di preparativi, sento, si respira proprio, l'affetto dei rivani per questo rifugio», dice Alessandro Alimena, molto indaffarato per sistemare ogni cosa. È il nuovo gestore di rifugio San Pietro. «Sono di corsa per mettere tutto a posto. Già questo fine settimana - assicura - saremo aperti, un po' in sordina ma l'importante è iniziare».
Il rifugio San Pietro, sul monte Calino, è uno dei luoghi più amati non soltanto dai satini rivani, ai quali è affidato, ma da tutti gli appassionati di montagna dell'Alto Garda. La famiglia Cattoni l'ha spuntata su una trentina di altri candidati con un progetto che ha convinto la Sat di Riva e un'offerta economica di 39 mila euro per l'affitto.
Classe 1973, Alessandro Alimena è nato a Roma ma «sono sempre vissuto in Val Rendena a Pelugo. Mi sono poi trasferito a Ponte Arche e ho lavorato nel mondo della ristorazione e del turismo anche come guida. Ho una passione innata per la montagna, per le escursioni e sono riuscito a fare combaciare passione e lavoro».
Ieri pomeriggio, alla presenza del nuovo gestore, c'è stato il rito cattolico della messa per il patrono, celebrata dal parroco di Varone, nella chiesetta accanto al rifugio.
Alessandro Alimena, come sarà composto lo staff?
«Lavoreranno con me anche mia moglie Alessia Cattoni, mia cognata Cristina, i figli Daniele, 22 anni, Aurora, 16, e Matteo, 15, e i nipoti Nicolò, 30, Jacopo, 27, e Margherita, 22. Inoltre ci saranno anche dei collaboratori».
Quali sono i suoi progetti?
«Be', intanto dobbiamo incominciare. Per noi è molto importante il rapporto con il territorio, valorizzare i prodotti locali, sia quelli dell'Alto Garda, sia quelli delle Giudicarie, da dove noi proveniamo. Del resto facciamo parte della Biosfera e siamo una terra di unione tra due mondi. Già come hotel Cattoni abbiamo avviato da tempo collaborazioni per esperienze sul territorio, escursioni in bici e a piedi, viaggi gastronautici, escursioni archeologiche e naturalistiche; collaboriamo con il museo di scienze naturali Muse e con l'ecomuseo della Judicaria. Pensiamo di distribuire le iniziative soprattutto a inizio e in coda alla stagione».
È la prima volta che gestisce un rifugio?
«Sì, finora ho sempre lavorato nell'albergo e ristorante di famiglia, prima anche in pub; poi sono guida di mountain bike, guida escursionistica e ambientale e istruttore di nordic walking e proprio in questa veste, il rifugio San Pietro è sempre stata una meta settimanale».
Con che spirito affronta questa nuova sfida?
«Ogni volta che arrivo a San Pietro è una sensazione spirituale, un'energia positiva mi invade, mi ha sempre affascinato. È un'avventura che affronto con molto entusiasmo».