Adamello Brenta, il Parco torna a parlare di orsi nella sua rivista online: "Serve una gestione"
Il presidente Ferrazza: «Ciò che è accaduto ha mostrato i grandi limiti di un processo "non governato" con quell'attenzione straordinaria che merita un altrettanto singolare progetto e ora è d'obbligo guardare al presente e al futuro, cercando di rimettere a posto le cose»
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TRENTO. Il Parco Adamello Brenta punta a tornare protagonista nella gestione dei grandi carnivori, dando il suo contributo per una migliore convivenza con orsi, lupi, linci e sciacalli, ben consapevole delle difficoltà, soprattutto dopo l'aggressione dell'anno scorso da parte dell'orsa JJ4, che è costata la vita al giovane Andrea Papi.
E lo fa rispolverando la pubblicazione - ora solo online - dei "Fogli dell'Orso", nati nel 2002 durante il progetto Life Ursus, per raccogliere curiosità, approfondimenti e notizie sullo stato di conservazione dell'orso sulle Alpi Centrali.
Avevano cessato le pubblicazioni nel 2012, dopo 30 numeri e 319 articoli. Tornano dunque i "Nuovi Fogli dell'Orso" in versione online, sul sito del Parco.
Il direttore del Parco, Matteo Viviani, precisa che: «È intenzione dell'Ente Parco proporsi ancora come soggetto disponibile a contribuire al processo di gestione dell'orso e dei grandi carnivori in generale. Il Parco continua a lavorare oggi con gli strumenti che gli sono propri, affidando la raccolta di elementi tecnico-scientifici agli strumenti della razionalità e della scienza».
A curare la pubblicazione dei "Nuovi Fogli dell'Orso" saranno d'ora in avanti Mauro Fattor e Filippo Zibordi con una linea editoriale ben precisa: massima attenzione agli attori del territorio e alla ricerca scientifica, in tutte le sue declinazioni: teriologia (branca della zoologia che studia la biologia dei mammiferi), ecologia, sociologia, antropologia. «Il cortocircuito positivo - sostiene il Parco - deve nascere da questo dialogo a più voci».
Il presidente del Parco Adamello Brenta, Walter Ferrazza, definisce dunque i "Nuovi Fogli dell'Orso" «un appoggio laico che possa favorire la cultura dell'orso, inteso come la possibilità di essere ancora circondati da una Natura vera, nel massimo rispetto delle nostre emozioni, della nostra sicurezza e della nostra storia».
«Dove è finita - si chiede Ferrazza nel suo editoriale - quella responsabilità politica che obbligava a realizzare quelle azioni descritte da quanti hanno investito su un progetto di salvaguardia della natura? Come siamo passati dal credere in un modello di potenziamento della biodiversità a definire la presenza dell'orso un problema?».
«Ciò che è accaduto - sostiene ancora Ferrazza - ha mostrato quindi i grandi limiti di un processo "non governato" con quell'attenzione straordinaria che merita un altrettanto singolare progetto e ora è d'obbligo guardare al presente e al futuro, cercando di rimettere a posto le cose. Dobbiamo fare di tutto per evitare di metterci nelle condizioni di dover scegliere se abbattere un orso o non abbatterlo. Dobbiamo evitare che un singolo orso maturi comportamenti problematici, tali da spingerci a dover scegliere la sua vita o la sua morte».Il primo numero propone un dialogo tra il sindaco di Dimaro Folgarida, Andrea Lazzaroni, e Sandro Brugnoli, nuovo dirigente del Servizio Faunistico della Provincia sulla gestione degli orsi. E due articoli scientifici sulla pericolosità dell'orso e sui pro e contro dello spray anti-orso.