«Fondamentale fare rumore per chi si muove dove vivono orsi: quasi sempre scappano»
Dopo l'episodio occorso due giorni fa a un escursionista nei boschi di Molveno, parla lo zoologo Filippo Zibordi: «Quell'incontro ci dà l'occasione per ribadire una regola fondamentale»
BOSCO Come comportarsi per limitare i rischi di incontrI con gli orsi
IL FATTO Incontro ravvicinato con un orso nei boschi di Molveno
GIUDICARIE Si trova vicino all'orso mentre lavora nell'orto
ANIMALISTI Oipa, idee per una gestione diversa degli orsi trentini
TRENTO. La prima, fondamentale, notizia, è che l'incontro ravvicinato non ha portato ad alcuna conseguenza. E lo stesso vale per l'incidente stradale. Tuttavia quanto accaduto sabato pomeriggio nella zona di Molveno - in quota e non nei dintorni del paese, è bene sottolineare -, e sabato sera in valle di Cavedine con un'auto che ha urtato un orso in località Berlonga a Stravino, riportano d'attualità la questione grandi carnivori.
Due episodi, in realtà, assolutamente normali e non preoccupanti, anche perché senza conseguenze.
A commentarli è Filippo Zibordi, zoologo e autore del libro dal titolo "L'uomo e l'orso possono convivere?" (Edizioni Dedalo, 2023). Da quanto appreso fino ad ora, a Molveno si è trattato di un "incontro ravvicinato" - stando alla comunicazione ufficiale della Provincia -, anche se in zona si è parlato di un "falso attacco".
«Per quanto riguarda l'episodio di Molveno non ho elementi in più per ricostruire l'esatta dinamica e analizzare meglio la situazione», sottolinea Zibordi.
Poniamo che si sia trattato di un cosiddetto falso attacco: questo cosa "implica"?
«Se si fosse trattato di un falso attacco, staremmo commentando un atteggiamento che rientra nei comportamenti tipici degli orsi e dimostra che l'animale non è voluto arrivare allo scontro fisico, evitando di portare a termine appunto l'attacco: il significato del gesto diventa quindi solamente quello di intimorire.
L'occasione può essere utile per ribadire una buona regola di comportamento da parte delle persone: se ci si trova in un ambiente dove vivono anche gli orsi, se si è da soli e se si cammina in silenzio, è importante far sentire la propria presenza. Fare un po' di rumore è fondamentale, perché nel 99% dei casi l'orso che si trova nei paraggi vorrà evitare un eventuale incontro e si sposterà».
In questo periodo dell'anno la montagna è popolata da questi animali: «Quello degli orsi non è un vero e proprio letargo, ma è definito scientificamente una ibernazione o semiletargo: tra fine marzo e inizio aprile in ogni caso si registra il risveglio di tutti gli esemplari. E ora siamo a fine aprile-inizio maggio, quindi sono tutti attivi, anche le femmine con i cuccioli, che in questa fase girano intorno alla tana a caccia di cibo per ripristinare il proprio peso».
Come sempre accade quando si parla di grandi carnivori, la Bibbia è il Pacobace. Nella "scala" degli avvenimenti, quello di Molveno dovrebbe rientrare nella fattispecie A ("Orso scappa immediatamente dopo un incontro ravvicinato").
Non si hanno particolari, invece, che possa rientrare nella B ("Orso si solleva sulle zampe posteriori durante un incontro"). In ogni caso, che si tratti di A o B, non è prevista alcuna azione o reazione da parte della Provincia.
Se invece si fosse trattato della fattispecie M, N oppure O ("Orso si lancia in un falso attacco perché colto di sorpresa, per difendere i propri cuccioli o per difendere la preda"), le azioni previste dal Pacobace sarebbero due: intensificazione del monitoraggio, ma solo nel caso si sia trattato di un orso radiocollarato (e in Trentino non ci sono orsi con il radiocollare) e puntare sull'informazione.
Ovvero avvertire dell'episodio i proprietari di animali domestici in zona e i titolari e frequentatori abituali di baite isolate in zona, compresi turisti, escursionisti e cercatori di funghi (anche se non è questa la stagione).