Diga sul Vanoi, il no del Club Alpino Italiano, sollecitato dalla Sat e dal Cai bellunese
Il Direttivo Centrale nazionale contrario all’opera, chiede di essere ammesso al Dibattito Pubblico e ricorda la diffida di Fugatti al Veneto
VANOI. il Club alpino italiano, col suo Direttivo Centrale, supportato dagli Organi Tecnici della Tam, e dalla Segreteria Ambiente, ha espresso il suo parere negativo, adottando una delibera presidenziale e presentando delle osservazioni, al progetto del Consorzio di bonifica del Brenta, che prevede la costruzione di un invaso sul torrente Vanoi, al confine tra la regione Veneto e il Trentino orientale. Il Sodalizio ha condiviso anche la sua volontà di essere ammesso al dibattito pubblico sull’opera, avviato dal Consorzio di bonifica.
«Oltre alla produzione di energia idroelettrica, l’invaso è dedicato all’accumulo di acqua a uso irriguo e agricolo, a favore delle coltivazioni estensive della pianura. L’opera – scrive il Cai – potrebbe così aprire un conflitto politico e amministrativo tra i territori montani e quelli pianeggianti. Allo stesso tempo ha un importante impatto ecologico sull’ambiente circostante, con non poche criticità dal punto di vista geologico in un'area connotata da pericolosità massima. Infine, la possibilità di accumulare una grande quantità di acqua nell’invaso si scontra con la siccità e la scarsità di risorse idriche che caratterizzano il quadro climatico e ambientale degli ultimi anni. Senza dimenticare che l’opera compensativa, il percorso ciclopedonale che da passo della Gobbera conduce al Primiero, non è utile a valorizzare le specificità ambientali e naturali dei luoghi compromessi».
«Il progetto dell’invaso sul torrente Vanoi ha visto una convergenza, non usuale, sulla inopportunità di portare avanti l’opera per le ragioni ampiamente illustrate da diversi soggetti, portatori di interessi, pubblici e privati, di tutela dell’ambiente montano e in varie sedi, fra cui Il Cai Centrale e la Sat. I benefici di un possibile uso di acqua in pianura, non compenserebbero l’impatto ecologico e il danno ambientale che potrebbe essere causato. Su questi temi non esistono consultazioni popolari, molto spesso condizionate dai numeri, da impatti emotivi e non da valutazioni tecniche, che invece sono richieste nelle fattispecie di queste opere idrauliche che vanno a incidere fortemente sui territori» ha dichiarato il delegato nazionale Ambiente e Aree Protette del Cai Mario Vaccarella.
Contrarietà diffusa. Il Cai ricorda che «La provincia Autonoma di Trento ha diffidato il Consorzio dal compiere ulteriori attività volte alla realizzazione e alla progettazione di opere che interessino il suo territorio, per la palese violazione delle disposizioni normative e degli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti.
Inoltre la neo eletta Parlamentare europea Cristina Guarda (Verdi/Alleanza libera europea) ha indirizzato una dettagliata nota al Commissario europeo per l’ambiente, descrivendo la situazione e le ipotizzate violazioni alle norme europee di riferimento.
Criticità e valutazioni negative sono state espresse anche dal Comitato per la difesa del torrente Vanoi e delle acque dolci, dalla sezione trentina Sat e da quella bellunese, di Italia Nostra e da Mountain Wilderness».
Infine, la posizione del Cai centrale, che intende fare da riferimento sulla questione, essendo interessato il territorio tra Veneto e Trentino, «nasce da un intenso dibattito e confronto con gli organi tecnici della Tam territoriale del Veneto e Friuli-Venezia Giulia, coordinati dalla Commissione centrale tutela ambiente montano, anche dopo un incontro presso la sezione Cai di Feltre delle strutture territoriali, GR e segnalazioni alla Segreteria Ambiente nazionale da parte della Sezione».