Montagna / L'iniziativa

"Quasi amici", studenti e giovani con sindrome di Down insieme sui sentieri della socialità

Da ieri, giovedì 29 agosto, sulle Maddalene, la nuova edizione del trekking nato nel 2018 dall’ascolto dei bisogni relazionali e di autonomia espressi da un gruppo ragazzi dell’associazione AIPD  di Trento.  Fare esperienze sportive insieme contribuisce a creare legami, occasioni di confronto e di crescita reciproca: ecco come funziona

TRENTO. Inclusione e socialità camminano anche sui sentieri di montagna. Lo dimostra l'iniziativa trentina "Quasi amici", che in questi giorni è tornata per il settimo anno.

È in corso da ieri, giovedì 29 agosto, e prosegue fino a domani, sabato, sul gruppo delle Maddalene: coinvolge studenti delle superiori e giovani con sindrome di Down, insieme in un trekking, con una notte in bivacco a malga Masa Murada e una al rifugio che si trova sui monti della val di Non.

"La proposta Quasi amici - spiegano gli organizzatori in nuna nota - prende il via nel 2018 dall’ascolto dei bisogni e dei desideri di un gruppo ragazzi/e con sindrome di Down dell’associazione AIPD sezione di Trento. Bisogni e desideri che sono gli stessi di tutti gli adolescenti: costruire relazioni significative con cui trascorrere il tempo libero in un sano divertimento, sperimentare le prime autonomie immaginando un futuro possibile ma soprattutto, sentirsi parte attiva del tessuto sociale di appartenenza.

Questo progetto innovativo, giunto quest’anno alla settima edizione, mira a stimolare, accompagnare e favorire l’instaurarsi di relazioni inclusive tra ragazzi frequentanti il triennio delle scuole superiori di secondo grado della provincia di Trento e i loro coetanei con sindrome di Down nella convinzione che un cambiamento culturale possa passare solo attraverso una vera reciproca conoscenza.

La pratica dello sport e la conoscenza del nostro territorio sono la palestra in cui allenare e mettere alla prova relazioni inclusive tra ragazzi con sindrome e non, con l’obiettivo di accompagnare e facilitare la nascita di relazioni durature. Fare esperienze sportive insieme contribuisce a creare relazioni significative che non si limitino all’attività progettuale ma che si potranno sperimentare e ricercare anche in un contesto di vita quotidiana.

Il progetto. Un desiderio di dimostrare ai compagni e alla comunità di come spesso le differenze possono essere ricchezze e possono creare occasioni di confronto e crescita reciproca.

Si è inteso lanciare la sfida ai ragazzi, una sfida ad avvicinarsi ai loro compagni con disabilità al di fuori di un contesto scolastico. Scommettere sui giovani, sulla loro capacità di lasciarsi sorprendere, dal loro entusiasmo, dalla voglia di non accettare le cose come sono. Abbiamo offerto loro la possibilità di trascorrere delle giornate all’aria aperta mettendosi alla prova con sport divertenti affiancati da professionisti ed educatori.

La proposta fatta ai giovani si è concretizzata in una serie di escursioni tematiche alla scoperta del territorio e della natura del Trentino: alla scoperta della montagna, lungo sentieri e tracce, dentro caverne e in riva ai laghi, di notte e di giorno, vicino ad animali come cervi e civette, incantati dalla luce di un larice o dal sorriso per aver superato un ostacolo. I partecipanti si sono abbracciati dopo aver superato limiti che sembravano blindati, hanno pianto perché hanno scoperto qualcosa di nuovo dentro sé stessi, si sono arrabbiati quando la s’associazione AIPDtanchezza prendeva il sopravvento. Hanno riscoperto la bellezza di un rapporto senza filtri come piace al cuore quando si conosce un nuovo amico, vero e sincero.

Negli anni il progetto ha coinvolto più di 60 ragazze e ragazzi di alcuni istituti della provincia di Trento tra i quali il liceo scientifico Da Vinci, l’Istituto tecnico Tambosi, Il liceo delle scienze umane Rosmini, il liceo Galilei, l’istituto Vittoria, il liceo linguistico Sophie Scholl di Trento ma anche il liceo Maffei di Riva del Garda.

Diversi studenti hanno poi scelto di rimanere come volontari all’interno della nostra associazione affiancando i ragazzi e giovani adulti con sD nei loro percorsi annuali per l’acquisizione di autonomie pratiche, sociali e relazionali e rappresentano il vero valore aggiunto delle nostre proposte. Sono nate negli anni relazioni di scambio tra pari ognuno con i propri limiti, che siano evidenti oppure no, ognuno con i propri talenti da non utilizzare per sopraffare ma per condividere.

Quello che abbiamo visto accadere in questi anni grazie alla presenza dei giovani volontari è la sparizione delle distinzioni di ruolo spesso narrate nel mondo della disabilità e nei progetti di crescita rivolti a persone che soffrono una qualche forma di disagio, che sia esso fisico, cognitivo o sociale e la nascita di nuove relazioni, curate e nutrite dal rispetto reciproco tra i partecipanti e dalla voglia di fare esperienze assieme e di conoscersi, indipendentemente dalla propria apparente condizione, stato di salute o etichetta attaccata da una società sempre più attenta all’immagine che al contenuto.

Il limite è stato spostato e così i ruoli spesso si sono capovolti. Durante le nostre escursioni non c’erano più disabili e non disabili, persone con difficoltà ed altre senza, ma solo ragazzi e ragazze con un proprio nome, una propria passione, una storia da raccontare, vizi e virtù. Tutti e tutte sono arrivati alla fine del sentiero.

Il masso da aggirare, il vuoto, il terreno scivoloso, il sudore e le gambe indolenzite. Chi apparentemente aveva poche possibilità ha scardinato con un urlo il muro del pregiudizio e sconvolto la scena. Il limite è stato spostato un pò più in alto. Per tutti e tutte, senza distinzioni. La montagna ha unito e ridicolizzato le differenze ha condotto all’essenza delle relazioni. Altro che montagnaterapia, andare in montagna è un’esperienza che fa bene a tutti!

La novità di questa settimana edizione è stato lo “scorporo” del progetto in due percorsi paralleli per rispondere alle diverse esigenze che sono emerse nel corso degli anni.  È nato così il percorso Quasi in vetta che ha dato la possibilità ad alcuni dei partecipanti di sfidare sé stessi nell’approccio alla montagna consolidando le competenze tecniche con l’obiettivo finale di un treekking di tre giorni sulle Maddalene.

Durante la primavera e nel primo periodo estivo vi è stato un cammino di avvicinamento a questo traguardo.

Le uscite sul territorio trentino si sono svolte cercando di spaziare sull’intero territorio provinciale dalle marocche di Dro all’altopiano della Predaia, da passo manghen alla val di Breguzzo. Il trekking finale è stato inoltre sperimentato con un’uscita di due giorni in val Campelle con arrivo e pernottamento al bivacco malga monte Cima, nel gruppo di Rava Cima d'Asta.

Durante questo percorso di preparazione i temi affrontati sono stati le tecniche di camminata in montagna su pendii, terreni scoscesi, ghiaia, con e senza bastoncini da trekking; la preparazione delle zaino e dell’attrezzatura; l’utilizzo delle mappe e del gps", conclude la nota.

[Foto: archivio w.montanamente.com]

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