Il governo: niente sci fino alla Befana. Le Regioni: "Allora frontiere chiuse per impedire di andare all'estero"

I presidenti delle Regioni italiane hanno chiesto al governo nella videoconferenza in vista del prossimo Dpcm di valutare la chiusura delle frontiere in caso di divieto di riapertura degli impianti da sci. L’obiettivo dei governatori sarebbe evitare così la concorrenza degli Stati europei che invece dovessero permettere le vacanze sulla neve.

Il governo ha confermato che di riapertura degli impianti si potrà parlare soltanto dopo le feste di Natale. «Gli impianti da sci e il sistema vacanze invernali che sono fondamentali per la nostra economia riapriranno quando l’epidemia si sarà raffreddata, speriamo nel giro di un mese, un mese e mezzo. I ristori saranno garantiti per tutte le attività che non potranno aprire» ha detto il ministro Boccia alle Regioni.

«La sicurezza delle persone e la salute vengono prima di tutto. Dobbiamo chiudere questa seconda ondata evitando la terza e mantenendo la convivenza con il virus con il massimo della sicurezza - ha aggiunto Boccia -. Anche in Germania si è scelta la linea della massima prudenza, nella consapevolezza che - ha detto oggi il ministro Helge Braun - “davanti a noi ci sono mesi invernali difficili, e questo vale fino a marzo”.

In giornata anche l’Unione Europea so era espressa: «La decisione sull’attività sciistica è di competenza nazionale, non europea. Occorre prudenza nel revocare le misure anti-Covid perché questo può provocare la recrudescenza del virus. Stiamo lavorando per rafforzare il coordinamento tra gli Stati e vedere se possiamo sviluppare presto un approccio di raccomandazioni» ha detto un portavoce della Commissione europea alle domande. Ma, ha chiarito il portavoce dell’Esecutivo, Eric Mamer, «le decisioni sullo sci sono di competenza nazionale. Il nostro ruolo è fare raccomandazioni sanitarie affinché le varie attività si svolgano in condizioni di sicurezza sanitaria. Quindi c’è una vera differenza tra le due dimensioni».

 

 

 

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