«Busso a tantissime porte ma la mia età li spaventa»

Perdere il lavoro a più di 50 anni, a 12 anni dalla pensione, provarle tutte per trovare un'occupazione, ma sentirsi rispondere che si è troppo vecchi o troppo qualificati. È la storia di Flavio Bassetti , classe 1961, diploma da geometra e poi 30 anni di lavoro in due sole aziende che, però, hanno entrambe chiuso i battenti. La prima volta era stata la Bernabé a lasciare a piedi Bassetti, che, come nel suo carattere, non si era assolutamente abbattuto e aveva trovato un altro posto, questa volta nell'Edilbeton. La quale, con la crisi dell'edilizia apertasi dopo il 2008 e che in parte continua ancora oggi, aveva deciso di scegliere la strada della liquidazione per evitare una situazione ancora peggiore. «A 54 anni rimanere di nuovo senza lavoro e a 12 anni dalla pensione - afferma Bassetti - non è facile, anche perché il mercato è bloccato». 

Lui, da novembre 2014 è di fatto senza occupazione, ma in questi 18 mesi non ha mollato un centimetro nel tentativo di trovare un posto: «Ho avuto 140 contatti, ho fatto ad esempio un corso di formazione per diventare responsabile della prevenzione e della sicurezza, ho seguito i corsi per disoccupati, in maniera sistematica controllo le opportunità di lavoro e ho contattato davvero tutti i possibili interlocutori, dalle agenzie interinali alla grande distribuzione e alla cooperazione». Ma, spiega Bassetti, originario di Cavedine, «quando chiedi di poter entrare in azienda, sono spaventati o dall'età o dal curriculum». Bassetti, infatti, nella sua trentennale carriera è sempre stato a livelli medio-alti delle due aziende in cui ha lavorato, arrivando a essere tecnico commerciale in Bernabè e reponsabile dell'ufficio acquisti in Edilbeton. «Mi occupavo di acquisti, contratti di appalto e sono anche esperto Casaclima. Ho provato anche a Bolzano, ma occorre avere il bilinguismo. Mi sono proposto come magazziniere, ma mi hanno detto che prendono solo 25enni e interinali». 

Bassetti si sta impegnando con forza e tenacia per trovare un posto e non vuole cedere. «Sono sempre stato un combattente - afferma Bassetti - e anche se ci sono dei momenti in cui viene voglia di lasciare, non mi fermo. Anche se non troverò qualcosa, mi impegnerò nel volontariato, perché ho bisogno di avere un obiettivo la mattina quando mi alzo». La paura di Bassetti, che ha una moglie che, fortunatamente, lavora e non è l'unico a portare reddito in casa e una figlia all'università, «è che passino gli anni e non si sblocchi nulla. Il problema è che in Italia non ti fanno nemmeno provare a lavorare se sei over 50, mentre altrove, come negli Usa o in Germania, lo si fa. Occorre cambiare mentalità anche qua». 


Dorigatti: il lavoro va valorizzato

«Nella società della conoscenza e dello sviluppo tecnologico, il lavoro non scompare: al contrario, ci impone un nuovo sforzo di riflessione per decifrarne i contorni e per immaginarne il futuro». Lo dice il Presidente del Consiglio provinciale di Trento Bruno Dorigatti. «Ci sarà sempre bisogno - afferma Dorigatti - delle menti e delle mani delle donne e degli uomini, per un pieno sviluppo umano e sociale, e una politica che punti al benessere e alla giustizia sociale non potrà che investire tutte le sue energie nel valorizzare il lavoro, sapendo che sempre più si coniuga al plurale: parliamo dunque di lavori, diversi da un cittadino all'altro, diversi nella vita di uno stesso cittadino, così come diverse sono le competenze, le attitudini, gli interessi, le necessità».

«Quello che conta davvero - sottolinea Dorigatti - è garantire pari e piene opportunità a tutte e tutti: perchè 'è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paesè». 

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