Smartworking e lavoro di venerdì e sabato Fronte rovente tra Provincia e sindacati
Scintille fra i rappresentanti dei lavoratori provinciali e la giunta sulla questione dell’annunciato rientro dal telelavoro di oltre tremila dipendenti, una passaggio che i sindacati chiedono invece sia progressivo.
Ieri faccia a faccia tra assessori e sindacalisti, mentre in piazza Dante, davanti alla Provincia, manifestavano lavoratori e delegati (nella foto di Alessio Coser).
I sindacati, così come i lavoratori che si sono espressi ieri, hanno sottolineato il valore in produttività rappresentato anche dall’attività domestica. Inoltre, denunciano un atteggiamento pregiudiziale da parte della giunta di centrodestra, che viene considerata severa e critica per partito preso nei riguardi della funzione pubblica, una preclusione ideologica al riconoscimento del valore del lavoro provinciale.
«Nell’incontro - ha detto il segretario generale della Fp Cgil del Trentino, Luigi Diaspro - abbiamo ribadito tutte le nostre ragioni e, al termine di questo, Spinelli ha commentato testualmente: “noi la corda la tiriamo ancora”. L’assessore ha in tal modo chiarito appieno l’intento punitivo, denigratorio e vessatorio verso i propri stessi dipendenti, che compongono l’amministrazione pubblica più efficiente d’Italia. Un approccio assolutamente ideologico e, con tutta evidenza, chiuso a qualunque ragionamento essendo basato unicamente sul pregiudizio e sulla volontà di creare divisioni tra lavoratori pubblici e privati, alimentando un conflitto buono solo per la più scadente delle campagne di propaganda».
L’incontro è durato quaranta minuti e ha coinvolto le sigle sindacali da un lato e gli assessori Achille Spinelli e Giulia Zanotelli col dirigente Fedrigotti, dall’altro, per discutere della situazione dei dipendenti provinciali nella fase 3 post-epidemica.
L’esito del confronto porta Diaspro a rispedire «sin d’ora al mittente qualsiasi ulteriore prossima iniziativa unilaterale e preannunciamo la più ferma opposizione unitaria con le lavoratrici e i lavoratori».
I sindacati esprimono «ferma contrarietà non solo ai provvedimenti ma soprattutto ai metodi e ai toni con cui questa giunta sta trattando i dipendenti pubblici, creando contrapposizioni coi lavoratori del privato e mettendo in campo misure volte non ad aumentare l’efficienza e l’efficacia dei servizi, quanto piuttosto a promuovere manifestazioni muscolari del potere e a riempire gli uffici senza un reale piano di sviluppo. Tutto questo, facendo passare il messaggio che quanto fatto durante il lockdown, con migliaia di lavoratori che hanno garantito i servizi da casa propria mettendo a disposizione i propri computer e le proprie connessioni, sia stato una sorta di vacanza», conclude Diaspro.
Frattanto, la giunta, come annunciato, ha formalizzato il cambiamento dal 29 giugno degli orari dei dipendenti provinciali.
Si lavorerà anche il venerdì pomeriggio e, in alcuni servizi aperti al pubblico, anche il sabato mattina: lo prevede una delibera approvata ieri.
«Servono meno persone all’interno degli uffici, quindi abbiamo stabilito due turni su una giornata. Il monte ore è sempre 36, 25 saranno con presenza in ufficio, su due turni», ha detto il presidente Maurizio Fugatti.
«Per colmare il monte ore è stato inserito il tema del venerdì pomeriggio e anche del sabato mattina per determinate categorie di persone che hanno apertura al pubblico. Nonostante questo una quota di ore sarà fatta comunque in smart working, questo a parità di retribuzione. Un modo per riaprire gli uffici com’era prima del covid e per dare un senso di normalità. I sindacati manifestano le loro legittime preoccupazioni e istanze quindi torneremo al tavolo per parlare di questo», ha concluso Fugatti.
I sindacati hanno già sottolineato nei giorni scorsi che il contratto prevede che in materia di orario di lavoro sono previste un’informazione preventiva dell’amministrazione di almeno 7 giorni e una concertazione con le organizzazioni sindacali.
«Gli orari, con prolungamento alle 19.30 e rientri al sabato, non li stabilisce Fugatti con una circolare: sono oggetto di contrattazione. Siamo pronti a scendere in piazza. E sapremo spiegare all’opinione pubblica che il sindacato confederale si occupa di tutti i lavoratori, settori pubblici e privati, e che è indegno continuare ad alimentare conflitti anziché trovare soluzioni che tengano insieme tutti», ha commentato la Cgil la settimana scorsa.