Nuovo orario dei provinciali: dal giudice batosta alla giunta determina nulla, vincono i sindacati

Una batosta, davanti al Giudice del Lavoro, per la giuynta provinciale: il giudice Flaim ha infatti accolto «totalmente» il ricorso dei sindacati contro l’ente pubblico, annullando l’ordinanza di Fugatti.

Molto chiaro il dispositivo della sentenza: «In accoglimento della domanda di repressione di condotta antisindacale ex art. 28 St.Lav., proposta dalle organizzazioni Federazione Provinciale Lavoratori Funzione Pubblica CGIL di Trento, Federazione Provinciale Funzione Pubblica CISL di Trento, Federazione Provinciale FPL Settore Enti Locali UIL del Trentino e Federazione Autonoma Lavoratori del Trentino – Enti locali (FeNALt), Ordina Alla Provincia Autonoma di Trento di revocare la deliberazione adottata dalla Giunta provinciale di Trento sub n. 822 in data 19.6.2020 e la circolare emessa dal dirigente».

Si tratta di un «Accoglimento totale» che cancella la determina «n. cronol. 723/2020 del 2 RG n. generale del Dipartimento Organizzazione, Personale e Affari generali sub n. 6 in data 22.6.2020, nonché cessare di darne esecuzione e di rimuovere i relativi effetti».

La sentenz ainoltre Condanna l’ente resistente alla rifusione, in favore delle organizzazioni sindacali ricorrenti, delle spese di giudizio, liquidate nella somma complessiva di euro 2.000,00, maggiorata del 15% per spese forfettarie ex art. 2 co.2 d.m. 10.3.2014, n. 55, oltre ad IVA e CNPA».

La causa vedeva da una parte le organizzazioni sindacali che hanno presentato ricorso per condotta antisindacali contro la giunta Fugatti, dall’altra la Provincia che invece ha sostenuto la regolarità dei provvedimenti assunti.

Sott’accusa era la circolare numero 6 che prevede turni di 5 ore in ufficio e il proseguimento del lavoro da casa per non avere mai più del 50% dei dipendenti in ufficio decisa unilateralmente dai vertici di piazza Dante.

Nel corso della prima udienza, gli avvocati della Provincia hanno sostenuto che si tratta di una circolare “vecchia” in quanto è in procinto di uscire la numero 7. «Si tratta comunque di un’integrazione della 6, quella contestata - hanno fatto presente gli avvocati dI Cgil, Cisl, Uil e Fenalt - e permane una condotta antisindacale».


I SINDACATI - I segretari di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil Fpl enti locali e Fenalt esprimono soddisfazione per la sentenza del giudice del lavoro di Trento in merito alla vertenza sugli orari e i tempi del lavoro degli impiegati provinciali, e chiedono alla Provincia di tornare al tavolo di concertazione. In una conferenza stampa organizzata sulle porte del Palazzo della Provincia di Trento, Luigi Diaspro (Fp Cgil), Giuseppe Pallanch (Cisl Fp), Maurizio Valentinotti (Fenalt) e Marcella Tomasi (Uil Fpl) parlano di «sentenza storica, che avvalora il lavoro dei sindacati a tutela dei lavoratori».

La sentenza cancella la determina numero 723/2020 e ordina la revoca della deliberazione della Giunta provinciale 822 del 19 giugno 2020, che riguarda l’organizzazione del lavoro di circa 4.300 impiegati diretti della Provincia di Trento e degli enti strumentali.

«L'arroganza va a cavallo ma spesso torna a piedi». Beppe Pallanch della Cisl Fp è naturalmente soddisfatto per la sentenza del giudice Flaim. «Il comportamento della giunta non va bene, adesso è chiaro. La concertazione è un valore e una regola e non devono dimenticarlo. Adesso ci attendiamo una convocazione a breve: speriamo di poter intraprendere una strada nuova, smettendola con gli slogan da bar che abbiamo sentito ultimamente e sedendoci a un tavolo per decidere il futuro nell'interesse dei lavoratori».

«Il ricorso in giudizio è sempre un estrema ratio, ma di fronte alle chiusure della Provincia non c’erano alternative al ricorso per condotta antisindacale. Se poi l’intenzione del presidente della Provincia è quella di continuare sulla strada intrapresa, sappia che noi continueremo la mobilitazione e le iniziative di piazze», dice Diaspro.


LA PROVINCIA - In una nota l’amministrazione provinciale commenta: «La prima considerazione riguarda il merito, che la sentenza non pare abbia messo in discussione, laddove si conferma la legittima prerogativa dell’ente a definire le regole su cui si basa l’organizzazione delle proprie risorse umane. Le disposizioni contenute negli atti adottati sono il risultato di una proposta che punta ancora oggi a coniugare diverse necessità: la tutela della salute dei lavoratori da una parte e, dall’altra, il dovere di fare in pieno la propria parte favorendo la più ampia presenza in servizio dei dipendenti provinciali. Il Giudice ha sancito il principio che la forma va rispettata e quindi le procedure formali vanno seguite in ogni caso, anche in una situazione critica come l’emergenza Covid 19. Resta forte l’auspicio che l’esigenza di mettere al primo posto le esigenze dei cittadini e delle imprese rimanga l’obiettivo cui tutte le componenti del sistema pubblico devono convergere. Se questa sensibilità sarà condivisa anche dalle Organizzazioni sindacali, vi potrà essere convergenza anche sulle scelte proposte dalla Amministrazione e con essa discusse».

 

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