Il nuovo allarme covid Si aggiornano i protocolli per controlli e visite nelle rsa

di Matteo Lunelli

I problemi e le difficoltà ci sono, inutile negarlo. Ma c'è anche la voglia (e la necessità) di affrontarli insieme, in maniera compatta. Le Rsa (ovvero Upipa con la presidente Francesca Parolari e il direttore Massimo Giordani e Spes con la presidente Paola Maccani e il direttore Italo Monfredini), la Provincia (l'assessora Stefania Segnana e il dirigente Giancarlo Ruscitti) e l'Azienda sanitaria (il dottor Enrico Nava) si sono incontrate ieri mattina per disegnare il futuro prossimo: le linee guida da rivedere, soprattutto, ma anche i tamponi da fare, gli infermieri (se ce ne fossero) da assumere, le strutture di transito da rimodulare, i test rapidi da distribuire e le visite dai parenti da gestire. Ecco, per quest'ultimo punto la notizia è che non ci sono notizie: ovvero le visite "normali", con contatto fisico, restano sospese ovunque e non verranno riaperte a breve, mentre quelle "in sicurezza", con plexiglass e distanze restano per ora aperte, ma non ovunque.

«Bisogna distinguere - spiega Francesca Parolari -: sulle visite con le protezioni decide ogni singolo direttore sanitario di struttura, perché su di lui grava la responsabilità. A Montagnaga, ma anche in altre Case di riposo, sono state sospese. A Montagnaga il perché è evidente, nelle altre si sono prese queste decisioni per un forte incremento di casi sul territorio che avrebbe messo a repentaglio la sicurezza di tutti. Riaprire la visite con contatti fisici, purtroppo, in questo momento non è nemmeno un'opzione, non ci sono le condizioni». Conferma l'assessora Segnana: «Le visite in sicurezza vanno avanti ma non ovunque, la responsabilità è del direttore in base alla situazione epidemiologica. Gli incontri "normali", invece, restano bloccati: l'unica cosa che posso dire al momento è che se riusciremo con distanziamento e mascherine ad abbassare la curva dei contagi, allora allenteremo la stretta. Vorremmo poterlo fare il prima possibile, ma ad oggi i dati parlano chiaro».
D'altra parte, dopo alcuni mesi di relativa tranquillità, il virus è entrato nuovamente nelle Rsa: i 32 casi di Montagnaga, ma anche altre 3 strutture nelle quali gli operatori sono risultati positivi, insegnano che la guardia non può essere abbassata.

Tra i tanti temi trattati quello dei tamponi: «In alcune Rsa abbiamo già portato i test rapidi - assicura Segnana -, mentre le altre dovranno interfacciarsi con il dottor Nava: ricordo che vanno utilizzati solamente sulle persone sintomatiche, ma sono molto utili perché ai primi segnali permettono di individuare una persona potenzialmente positiva e quindi trasferirla di stanza o intensificare le precauzioni. Possono eseguirli anche gli infermieri, con giusto un'ora di corso di formazione perché sono già preparati per queste operazioni. Per quanto riguarda i tamponi "normali" di screening torneremo a farli ogni 15 giorni: in molte Rsa si è sempre fatto, ma è vero che c'è stata a fine agosto una circolare dell'Azienda sanitaria che, per far fronte alle richieste provenienti dal mondo scuola e dai lavoratori agricoli, allentava un po' la pressione». «Almeno ogni 15 giorni», aggiunge Parolari.

Durante l'incontro è stato confermato come la Rsa di transito di Volano sia pronta per essere eventualmente riconvertita totalmente in Rsa Covid, così come quelle di Ala e Dro se ce ne fosse la necessità. «Se avremo uno o due casi li trasferiremo a Volano, mentre se fossero di più convertiremo un piano della struttura interessata dal contagio», specifica Segnana. In totale ci sono potenzialmente già pronti 113 posti Covid sommando gli spazi nelle tre strutture citate.

Capitolo infermieri: «La carenza di personale infermieristico - ammette Parolari - è un problema importante. Diffuso ovunque. Penso ad esempio alla val di Fassa, dove tolte due infermiere su quattro la struttura va in affanno. O penso al fatto che un pensionamento diventa quasi un dramma, perché non si trovano sostituti nemmeno tramite agenzie interinali e nemmeno fuori regione. Speriamo di ricevere un aiuto in tal senso dall'Azienda per superare il momento di grave difficoltà». «Verissimo, il problema c'è. Ed è nazionale», conferma Segnana.
Infine, ma non meno importante, il tema delle assicurazioni: «Abbiamo chiesto l'intervento della Provincia perché le varie compagnie fanno problemi per assicurarci, in quanto vorrebbero l'esclusione del rischio da pandemia», sospira Parolari.
Tanti, quindi, gli argomenti da affrontare e da inserire in rinnovate e aggiornate linee guida. La volontà di confrontarsi e collaborare c'è, ma i tempi sono stretti e bisogna intervenire subito, per prevenire il più possibile altri mesi neri.

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