Vaccinazioni agli anziani: assalto online, le prenotazioni in tilt per ore, alla fine ce l'hanno fatta "circa mille utenti"

di Gigi Zoppello

L’adesione alla campagna di vaccinazione anti Covid per gli over 80 è iniziata con una richiesta massiccia, che ieri ha mandato in tilt per molte ore il sistema di prenotazione tramite Cup online.

L’applicazione pensata dall’Azienda Sanitaria, per quanto abbastanza semplice ed intuitiva, non ha retto all’urto dei collegamenti, ed è rimasta bloccata per molte ore. Alla fine della giornata, comunque, un imbarazzato comunicato dell’Azienda dava conto di circa mille persone prenotate (e pensare che in Trentino gli ultraottantenni sono circa 38 mila).

L’Azienda Sanitaria lo ha comunicato scrivendo: «Come previsto, l’adesione alla campagna di vaccinazione anti covid è iniziata con un’adesione massiccia e, a poche ore dall’apertura delle prenotazioni on line, sono già un migliaio le prenotazioni. Un numero che in termini di dosi va raddoppiato, stante la decisione delle autorità sanitarie di garantire fin da ora anche il richiamo a chi si è prenotato». E meno male che era «come previsto».

Il comunicato non fa menzione dei problemi online, ma lo dice con un bel giro di parole: «Provincia e Azienda sanitaria, nel ringraziare i moltissimi cittadini che hanno manifestato il concreto interesse ad aderire al programma, desiderano tranquillizzare chi non riuscirà in prima battuta ad effettuare la prenotazione o a contattare il numero verde, stante la previsione a concludere il programma entro la fine di marzo». E qui l’Azienda Sanitaria smentisce le parole del suo dirigente Pierpaolo Benetollo, che sabato scorso aveva dichiarato che la fase vaccinale si sarebbe conclusa entro febbraio. Siamo già slittati avanti di un mese.

C’è poi un altro problema: la scelta di fare le prenotazioni solo online, con il computer. Si sa che molti anziani non usano i sistemi elettronici, e quindi l’intera gestione viene demandata a figli e nipoti. Una scelta criticata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, che ricordano le opzioni diverse fatte da altre regioni, dove la vaccinazione viene fissata direttamente dalle autorità sanitaria, e comunicata con una lettera a casa. Oppure - ed è la cosa che tutti si aspettavano - tramite i medici di base ed alle loro liste di pazienti anziani.

«L’avvio della campagna vaccinale anti Covid 19 – spiegano i sindacati – tra gli over 80 è una buona notizia perché finalmente si cominciano a mettere in sicurezza le persone più fragili e a rischio di gravi complicazioni in caso di contagio. Non comprendiamo, però, la ratio di un’organizzazione che scarica sull’anziano tutti gli adempimenti per prenotare gli appuntamenti e ricevere concretamente la vaccinazione».

Cgil, Cisl e Uil proseguono così: «Dire che questa settimana ci saranno 2.500 posti e che i posti disponibili nelle prossime settimane saranno resi noti con l’apertura delle liste sulla base della disponibilità di dosi rischia di creare confusione, ma anche inefficienze che possono avere conseguenze pesanti tra le persone ammalate e grandi anziani. Crediamo al contrario che sia indispensabile pensare ad un sistema di chiamata gestito a monte dall’Azienda sanitaria, in collaborazione con i medici di base. Solo in questo modo si potrà dare priorità ai soggetti più fragili e in situazioni di criticità anche tra gli ultraottantenni».

E chiudono: «Ci rendiamo conto che la fornitura vaccinale non dipende dalla Provincia di Trento, ma proprio per l’incertezza generale sui quantitativi che verranno forniti è opportuno che sia garantita una presa in carico dell’anziano, dall’appuntamento alla somministrazione delle due dosi necessarie a garantire l’immunità dal Coronavirus».

Questa mattina ne ha parlato a "Radio anch'io" su Radio Uno dellaRrai anche Agostino Miozzo, medico e responsabile del Comitato Tecnico Scientifico nazionale: «Sarebbe essenziale, per questa fase di vaccinazione degli anziani, una forte e chiara comunicazione: i soggetti deboli devono poter sapere bene fin dall'inizio come ci si vaccina, quando, come si fa ad accedere alla vaccinazione. Per questo abbiamo chiesto che venissero coinvolte le strutture della Protezione Civile, che in passato hanno svolto molto bene questo compito, ma che stavolta non sono state coinvolte. La Protezione Civile ha una struttura capillare, sul territorio, ed è in grado di farlo. Penso ad un anziano debole con difficoltà di accesso a internet e magari difficoltà di spostamento, alla fine devono occuparsene i figli o i nipoti, quando hanno tempo».

Da questo suggerimento, viene alla mente che - nella prima fase - furono i vigili del fuoco volontari del Trentino a distribuirer le mascherine casa per casa in pochissimi giorni. E che potrebbero benissimo recapitare ai 38 mila ultraottantenni trentini una lettera di convocazione per la vaccinazione. 

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