Oggi sapremo se il Trentino resta "giallo" o passa ad "arancione: ecco che cosa cambierebbe

Come ha spiegato ieri sera il presidente della provincia Maurizio Fugatti, oggi sono in arrivo le nuove «certificazioni» del Ministero della salute, e il Trentino rischia di passare da «zona gialla» a «zona arancione». Ma cosa significherebbe nel concreto, se questo accadesse? Detto che la nuova classificazione entrerebbe in vigore dalla mezzanotte fra domenica e lunedì.

La prima conseguenza, sarebbe che non si potrebbero riaprire gli impianti da sci. Due giorni fa Fugatti ha emanato l’ordinanza che dava il via libera agli impianti dal 17 febbraio, ma già annunciando il provvedimento aveva ammonito: «a patto che rimaniamo zona gialla» (pochi giorni prima aveva detto: «salvo diversa classificazione da qui al 17»).

Nelle zone arancioni cambiano le modalità di circolazione, i negozi restano aperti ma cambiano le regole per bar e ristoranti. Aperti anche parrucchieri e centri estetici. Chiusi i centri sportivi e le piscine.

Un punti fermo: rimarrebbe il coprifuoco con il divieto di circolare fra le 22 e le 5. Ma nelle zone arancioni non si può uscire dal proprio Comune; i centri commerciali sono chiusi nei giorni festivi e prefestivi. Gli altri negozi sono aperti (con distanziamento dei clienti) ma bar e ristoranti sarebbero tutti chiusi (consentito però l’asporto, fino alle 22).

Cambierebbero anche alcune modalità: nelle zone arancioni i musei sono chiusi (da noi avevano appena riaperto); il trasporto pubblico tornerebbe ad una capienza del 50%, con il problema del trasporto scolastico.

E poi ci sarebbe il nodo scuola: la Provincia di Trento ha sempre spinto per avere scuole aperte e lezioni in presenza. Ma il dottor Antonio Ferro dell’Azienda Sanitaria, ieri in conferenza stampa, ha ammesso che la situazione dei contagi è molto peggiorata a causa del quadruplicarsi del contagio nelle classi. E ammettendo quindi che sono probabilmente bambini e ragazzi a veicolare il virus, che poi arriva nelle case e colpisce i parenti più anziani.

Se diventassimo zona arancione, poi, cambierebbero anche altre modalità: come spiega il sito del governo, gli spostamenti verso altri Comuni sono consentiti esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute; è sempre consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.

Per quanto riguarda le visite ad amici o parenti, in queste aree sarebbe consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata dello stesso Comune, tra le ore 5.00 e le 22.00, a un massimo di due persone, oltre a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che convivono con loro.

A chi vive in un Comune che ha fino a 5.000 abitanti sarebbe comunque consentito spostarsi, tra le 5.00 e le 22.00, entro i 30 km dal confine del proprio Comune (ma non in un’altra Regione o Provincia autonoma, dato che gli spostamenti fra regioni sono ancora bloccati e Bolzano è in lockdown), anche per le visite ad amici o parenti nelle modalità già descritte, con il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di Provincia.

Servirebbe sempre l’autocertificazione comprovante che lo spostamento è determinato da: comprovate esigenze lavorative; motivi di salute; altri motivi ammessi dalle vigenti normative ovvero dai predetti decreti, ordinanze e altri provvedimenti che definiscono le misure di prevenzione della diffusione del contagio.

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