Sul quartiere delle Albere due consigli al Comune

La lettera al direttore

Sul quartiere delle Albere due consigli al Comune

Come cittadino non posso non complimentarmi con il Comune di Trento che spende importanti risorse economiche per migliorare la viabilità e di riflesso quindi anche la qualità della vita dei suoi cittadini.
L’ultima grande modifica alla viabilità è stata nel 2017 con l’estensione della Ztl (Galilei, Roggia Grande e Calepina) che ha liberato nell’immediato l’area di 50 posti auto e progressivamente in futuro di molte attività commerciali no food.

Il nuovo collegamento stradale tra la città ed il quartiere delle Albere, inaugurato giorni fa, è un’opera di rilevanza enorme, per quanto riguardo lo snellimento del traffico nella zona (?!?), infatti i 2 collegamenti stradali esistenti sono molto distanti, rispettivamente 785 metri e 245 metri, e non erano più sufficienti a smaltire il traffico generato dal quartiere stesso.

Secondo il mio punto di vista, altre due soluzioni sarebbero confacenti alla definitiva osmosi tra il quartiere e la città e non solo quella: la prima quella di collegare direttamente il quartiere delle Albere con la tangenziale ovest con un ponte all’altezza del cantiere comunale ed il secondo di istituire una fermata sulla linea ferroviaria del Brennero collegata tramite un “people mover” (veicolo di trasporto passeggeri automatico) con la stazione ferroviaria.

Le imminenti votazioni comunali potrebbero essere da volano all’istituzione rapida di una commissione per studiare i due progetti.
Intanto, spero che a breve, partano i lavori delle due opere di viabilità già previste, i due grandi parcheggi di attestamento a nord (via Brennero “Bermax” e a sud a Mattarello da dove si potrà raggiungere il centro città, tramite i mezzi pubblici in breve tempo, 30 minuti, sull’ancora valido tracciato dal cardo maximus, l’asse stradale nord-sud romano via del Brennero e viale Verona.

Fabrizio Pedrolli - Trento


 

Bisogna guardare lontano

Giro le sue osservazioni al sindaco e, soprattutto a chi sogna di occupare fra qualche mese quella poltrona. Io ho una vecchia teoria: prima facciamo quel che c’è da fare e poi diamo spazio ai sogni. Il Comune, a volte, ha rallentato un po’ troppo sull’ordinario e puntato su uno straordinario che è rimasto tale, nel senso che poi non s’è proprio realizzato.

Gli esempi potrebbero essere molti. Fra l’altro, alcune scelte (penso al tanto discusso “uncino” diventato ztl, hanno fortemente condizionato il futuro delle attività commerciali che in quella zona prosperavano e che ora fanno una gran fatica. Bisogna sempre cercare di guardare lontano, quando si fanno scelte di questo tipo. E le Albere, ad esempio, hanno sofferto molto l’assenza di collegamenti decenti con alcuni punti nevralgici della città. Lei sa bene che non è solo questione di metri.

Siamo strani, noi trentini.

Pensi ad esempio a via San Pietro, una strada a due velocità dal punto di vista commerciale, o a via Belenzani, che essendo “lontana” dal tradizionale “giro” viene considerata periferica. Programmare un cambiamento significa anche tener conto di tutto questo.

a.faustini@ladige.it

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