Salvini contro la Nutella: storia di una bufera mediatica che mette a rischio i lavoratori
Salvini sempre più "influencer", si scaglia contro la Nutella. Lo ha scritto su Twitter, lo ha pubblicato con una diretta facebook, e in un comizio a Ravenna, ha rincarato la dose: «Mangio pane e salame e due sardine. La Nutella no, signora, sa che ho cambiato? - ha detto il segretario della Lega - Perché ho scoperto che usa nocciole turche e io preferisco aiutare le aziende che usano prodotti italiani, preferisco mangiare italiano». Scatenando una vera tempesta mediatica: dopo aver ascoltato il «messaggio» della Madonna di Medjugorje, l’ex ministro leghista si occupa di golosità.
«Nei giorni di Ilva, Alitalia, legge di bilancio, summit Nato il senatore Matteo Salvini attacca la Nutella. La Nutella, sì, la Nutella. Dice che così sembra più vicino al popolo. E io ingenuo che insisto a voler parlare di cantieri, tasse, Europa» scrive comentando su Twitter il leader di Italia viva Matteo Renzi.
Ma la questione è più seria: «Salvini, lascia stare la Nutella. Con questa demagogia da quattro soldi il leader della Lega mette in pericolo posti di lavoro e reputazione di un’azienda, di un prodotto come la Nutella che è un biglietto da visita per l’Italia. Barattare gli interessi del Paese per un pò di propaganda non solo è vergognoso, è proprio da ignoranti. Il mondo del lavoro non sa proprio cosa sia» scrive sulla Facebook la vice capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Gribaudo.
«La Ferrero è riconosciuta come una delle aziende più etiche, dov’è meglio lavorare - scrive Gribaudo - dà lavoro a migliaia di persone sia direttamente che nell’indotto agricolo, in Piemonte e in tutta Italia. È il più grande acquirente mondiale di nocciole, e quelle italiane non basterebbero nemmeno se l’Italia fosse ricoperta di noccioleti. Altro che sovranismo, questo sì che è un attacco e un danno al nostro Made in Italy, quello di qualità, di responsabilità sociale, quello di eccellenza riconosciuto in tutto il mondo».
«Se tutti sapessero, non solo Salvini, che l’Italia non è in grado di produrre la quantità di nocciole necessarie alla Ferrero per produrre l’ineguagliabile Nutella oggi la politica si occuperebbe di cose molto più serie e urgenti. Invece il demone della propaganda elettorale riesce a fare danni terribili, anche preterintenzionali». Così, in una nota, Osvaldo Napoli, del direttivo di Forza Italia alla Camera. «Attaccare Ferrero perché compra nocciole dalla Turchia non è una gran trovata. Quelle nocciole non sono islamiche e non possono essere fermate alla frontiera da un qualsiasi decreto sicurezza. Io, da piemontese, dico: prima la Nutella! E non solo perché è buona, ma perché migliaia di famiglie lavorano alla Ferrero e grazie a questa azienda sbarcano il lunario meglio che in altre aziende».
Nel pomeriggio, la versione ufficiale del Ministero: «Ormai “Capitan bacioni” è passato dall’essere alla frutta direttamente al dolce. Il suo attacco a uno dei prodotti italiani più conosciuti e venduti al mondo, la Nutella, ne è l’ennesima prova. Ferrero è un’azienda leader in Italia che dà lavoro a migliaia di dipendenti, il 40% donne, e si distingue nel panorama del Paese per le sue politiche di welfare aziendale. Importa nocciole dalla Turchia? Vero. Ma un quarto delle nocciole utilizzate proviene dall’Italia che non riesce a soddisfare il fabbisogno di questo prodotto». Lo scrive su Facebook il viceministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni.
«Ormai più che il politico Salvini sembra fare l’influencer.Ma anche per fare quest’attività bisognerebbe essere bravi e preparati. Ricordate quando Mister #primagliitaliani spiattellava sui social foto con colazioni proprio a base di pane e nutella o quando sorseggiava una birra siciliana spacciandola per italiana senza sapere che fosse di proprietà olandese? Eppure anche la produzione di quella birra dà lavoro a centinaia di persone in Italia», conclude.
(Agenzia ANSA)