Alle prossime elezioni comunali i 5 Stelle potrebbero non esserci e il "meetup" va quasi deserto
Il simbolo del Movimento 5 Stelle potrebbe addirittura sparire da quelli in corsa in occasione delle elezioni amministrative del 3 maggio. A dirlo è Carmen Martini, militante in prima linea negli ultimi anni, candidata nel 2018 alle elezioni politiche nel collegio di Trento e in seguito alle provinciali; figura non certo sospettabile di tentazioni o mire scissioniste. «Vediamo se qualcuno vorrà candidarsi a sindaco e se sarà il caso di presentare delle liste, se ci saranno figure condivise bene, altrimento si può anche saltare un giro e non casca il mondo» spiega Martini.
Alla vigilia dell’ultimo giorno utile per dare la propria disponibilità online mettendo il curriculum sulla piattaforma Rousseau (termine fissato per il 6 gennaio anche se qualcuno segnala come la mail ufficiale dello staff sia un po’ ambigua da questo punto di vista indicando anche la data del 9) il clima anche in Trentino è di grande incertezza e lunghi coltelli. L’altra sera nella sede della circoscrizione Oltrefersina si è riunito il MeetUp cittadino, incontro promosso dal capogruppo M5s in consiglio comunale Andrea Maschio che come previsto ha annunciato il suo addio ed è tentato di dar vita a una lista civica. Il consigliere, come anche gli altri due consiglieri uscenti Paolo Negroni e Marco Santini, si sente snobbato dallo staff romano del movimento che non ha mai risposto alle sue richieste, tra cui quella di poter trattare con le altre forze politiche per cercare di dar vita a una coalizione con l’ambizione di governare la città. Una linea che Martini e gli interpreti grillini più ortodossi non condividono: «La riunione dell’altra sera è stata comunque costruttiva e l’addio di Maschio era preannunciato, così come non sorprenderebbe l’uscita di Filippo Degasperi che la minaccia da un anno e mezzo. Io però voglio guardare oltre e appoggio la linea di Beppe Grillo e Giandomenico Casaleggio e non sono sorpresa di quello che sta succedendo all’interno del movimento; Beppe lo aveva detto già tre anni fa che nel momento in cui saremmo andati al governo ci sarebbe stata una divisione».
La co-organizer trentina ricorda come lo stesso capo politico Di Maio, nella sua visita a Trento lo scorso luglio, avesse ricordato la necessità di una riorganizzazione interna che non è avvenuta in autunno, come previsto, proprio perché a fine estate è arrivato il cambio di governo che non ha lasciato il tempo di occuparsi delle questioni interne: «La riorganizzazione è fondamentale - ammette Martini - e sarà fatta per ripartire più forti di prima, anche se comunque siamo stati decisivi nell’orientare il governo». E se nel frattempo il simbolo dovesse sparire dai banchi dei comuni trentini che vanno al rinnovo pazienza. L’ultima parola spetta però al web, e non è detto che lei stessa possa decidere di mettersi in gioco nella corsa per Palazzo Thun. Se ci saranno volontari disposti a portare avanti la bandiera a cinque stelle anche in un momento di scarso appeal lo si vedrà presumibilmente solo il giorno 10, quando gli eventuali candidati saranno convocati a Roma dallo staff nazionale.