Bimbi italiani bravi in lettura, con Covid persi 20 anni Pirls, cresce divario nord-sud. Chi non usa tablet legge meglio
ROMA - La scuola elementare italiana funziona: i bambini di 9 anni, nella quasi totalità, sanno leggere correttamente e comprendere il senso di quanto leggono. Emerge dell'indagine Iea Pirls 2021, presentata oggi dall'Invalsi. Gli studenti italiani di IV elementare ottengono infatti un punteggio medio (pari a 537 punti) superiore a quello medio internazionale di tutti i Paesi partecipanti e superiore al quello medio dei Paesi Ue. Il Covid però ha inciso in modo fortemente negativo: in Italia, gli studenti ottengono nel 2021 un risultato medio inferiore di 11 punti rispetto a quello di 5 anni fa riportando i risultati degli studenti nuovamente in linea con quelli di 20 anni fa. La rilevazione Pirls del 2021 si è svolta in più di 50 Paesi nel mondo durante una fase segnata ancora dalla pandemia. In Italia hanno partecipato 222 scuole, 442 insegnanti, coinvolgendo oltre 7.000 allievi e 5.000 genitori. La raccolta dei dati per la prima volta è avvenuta in modalità digitale. A livello mondiale, Singapore ha ottenuto il risultato medio più alto in assoluto e superiore a quello di tutti gli altri Paesi, seguita da Hong Kong. Tra i Paesi europei, solo gli studenti di Finlandia, Polonia e Svezia ottengono un risultato medio superiore a quello dei nostri studenti. Un altro dato positivo è che il nostro Paese dimostra comparativamente una maggiore equità dei risultati nella scuola primaria. E tuttavia lo studio evidenzia che in 15 anni il divario tra le due aree geografiche che ottengono rispettivamente il risultato migliore e il più basso - nord ovest e sud isole - sulle competenze di lettura dei bambini di 9 anni, è triplicato. Altro dato interessante è che gli studenti che non usano i dispositivi digitali per attività scolastiche ottengono risultati migliori in lettura. Inoltre, gli studenti che frequentano scuole dove c'è una maggioranza di studenti provenienti da famiglie benestanti hanno in media punteggi di lettura più alti (+ 31 punti) rispetto a quelli che frequentano scuole dove c'è una maggioranza di studenti provenienti da famiglie economicamente svantaggiate. Questa differenza è, tuttavia, inferiore a quella media internazionale. In tutto il mondo, le bambine di 9 anni hanno una abilità di lettura superiore ai maschi. Così anche in Italia dove però la differenza tra i due sessi è più contenuta (7 punti) rispetto alla media estera di 16 punti. "La nostra scuola di primo grado è robusta e in grado di gettare solide basi per il futuro delle nuove generazioni", ha detto stamane, intervenendo con un messaggio alla presentazione, il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara "è un punto da cui partire per rafforzare i sistemi scolastici successivi che purtroppo presentano numerose e drammatiche fragilità". Per il presidente di Invalsi Roberto Ricci "possiamo ritenerci molto soddisfatti dei risultati anche se ci sono aree su cui bisogna lavorare". Soprattutto, per i ricercatori, man mano che l'età si alza anagraficamente le differenze tendono ad acuirsi: il sistema fatica a farsi carico di una complessità crescente e la didattica non riesce a farsi carico delle differenze che si creano a poco a poco che gli studenti crescono.