Virus Zika, allerta anche in Trentino

Il dottor Valter Carraro, responsabile dell'Igiene pubblica, invita alla prudenza: «La presenza dell'epidemia in Brasile è conosciuta, non si tratta di una novità delle ultime settimane»

Nessun caso sospetto di contagio del virus Zika in Trentino, ma le telefonate per avere informazioni in merito all'infezione non sono mancate nelle ultime settimane all'unità operativa di Igiene pubblica della Azienda sanitaria provinciale. «L'allerta c'è da alcuni mesi - spiega il dottor Valter Carraro - è arrivata la comunicazione da parte del Ministero per segnalare la situazione epidemica in Brasile ed in altri Paesi del Sudamerica. Il nostro interesse è per le persone che sono di ritorno da quelle zone ma fino ad ora in provincia di Trento non abbiamo avuto segnalazioni di turisti o di persone arrivate con la malattia».

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Il dottor Carraro, responsabile dell'Igiene pubblica, invita alla prudenza. I casi segnalati in Italia sono quattro: si tratta di turisti di ritorno dal Brasile, curati (e guariti) dieci mesi fa. «La presenza dell'epidemia in Brasile è conosciuta, non si tratta di una novità delle ultime settimane. In questo periodo arrivano periodicamente aggiornamenti sulla situazione». Il virus è veicolato dalla zanzara Aedes Aegitpy, mentre non è ancora certo - come viene evidenziato dal dipartimento malattie infettive dell'Istituto superiore della sanità - che possa «viaggiare» anche attraverso la Aedes Albopictus, la «zanzara tigre» presente anche in Italia. 

Tornando al monitoraggio attivato anche nella nostra provincia, all'unità di Igiene pubblica sono arrivate numerose richieste di chiarimenti. «Le domande hanno riguardato in particolare la possibilità di trasmissione da persona a persona, cosa che non succede: il virus si trasmette esclusivamente attraverso le zanzare - spiega il dottor Carraro - Bisogna aver contratto la malattia nei Paesi in cui il virus si è sviluppato (22 quelli a rischio, ndr). La malattia si manifesta con febbre, con un'eruzione cutanea caratterizzata da macchie rosse e con l'infiammazione delle congiuntive oculari». Esiste una profilassi? «No, non c'è una profilassi: l'unico modo per evitare il virus è prevenire la puntura di zanzara. I metodi sono i soliti: tenere coperte braccia, gambe, evitare di esporre la cute, utilizzare repellenti e non uscire nelle ore serali. La zona più colpita è la regione amazzonica mentre, per quanto riguarda il Brasile, la costa è risparmiata dalla malattia. Da evidenziare - prosegue lo specialista - che la malattia è benigna nella stragrande maggioranza dei casi e la guarigione è spontanea. La preoccupazione riguarda essenzialmente le donne gravide perché c'è un possibile interessamento del feto, con ripercussioni sullo sviluppo neurologico del bambino». 

Allo stato attuale, non c'è alcun divieto di recarsi nei Paesi a rischio virus. Le donne in attesa di un bimbo devono però fare molta attenzione. «Il nostro consiglio è di evitare le zone in cui è presente la zanzara portatrice del virus, a meno che il viaggio non sia strettamente indispensabile. Se però si tratta di turismo, è meglio tenersi lontani dalle aree in cui viene segnalata l'epidemia».

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