Cancro, si sopravvive di più grazie al mix di immunoterapie
La combinazione dei farmaci immunoterapici può raddoppiare la sopravvivenza rispetto alle terapie utilizzate singolarmente in molte neoplasie
La combinazione dei farmaci immunoterapici - che stimolano il sistema immunitario a combattere i tumori - può raddoppiare la sopravvivenza rispetto alle terapie utilizzate singolarmente in molte neoplasie, come il melanoma, il tumore del rene e del polmone, tre forme di cancro che ogni anno in Italia fanno registrare più di 66mila nuovi casi.
E oggi questo approccio si sta estendendo con successo a molti altri tipi di tumore come quelli della vescica, del distretto testa collo, del fegato e del cervello. I dati sono stati presentati al 41° Congresso della Società europea di Oncologia Medica (Esmo).
"L'immuno-oncologia ha reso il melanoma una malattia cronica, con cui il paziente può convivere tutta la vita - sottolinea Paolo Ascierto, direttore dell'Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell'Istituto Nazionale Tumori 'G. Pascal' di Napoli -. In Italia nel 2016 sono stimati 13.800 nuovi casi di questo tumore della pelle in costante crescita. Ma ancora più interessanti ? sottolinea - sono le prospettive aperte dalla combinazione di queste terapie, che permette di ottenere una sopravvivenza libera da progressione della malattia significativamente più lunga".
Anche nel cancro del rene, dove la chemioterapia e la radioterapia si sono dimostrate poco efficaci, l'immuno-oncologia sta evidenziando risultati significativi: "Circa un terzo delle diagnosi avviene in stadio avanzato, con limitate possibilità di trattamento ? spiega Sergio Bracarda, direttore dell'Unità di Oncologia Medica di Arezzo, Azienda Usl Toscana Sud-est -.
Fino ad ora, il tasso di sopravvivenza a un quinquennio, nella fase metastatica o avanzata della malattia, non aveva mai superato il 12%. Con il farmaco immunoterapico nivolumab il 34% dei pazienti è vivo a cinque anni, ed i risultati ottenuti con la combinazione con altri farmaci aprono prospettive importanti".
Inoltre, rileva Francesco Cognetti, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, "la molecola imunoterapica nivolumab ha anche cambiato lo standard del trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule. Oggi la combinazione di nivolumab e l'altro farmaco di immunoterapia ipilimumab ha il potenziale per migliorare i risultati già ottenuti, ed ha infatti mostrato un tasso di risposte pari al 47% rispetto al 9% con la chemioterapia".