Ristoranti al top in regione, Bolzano batte Trento 21 a 7
I posti dove mangiare bene in Trentino non mancano e la scelta è vasta. Se però si cerca quel «quid» in più rimanere entro i confini della provincia diventa difficile; già nel vicino Alto Adige la scelta è più ampia. La guida «I ristoranti d'Italia dell'Espresso 2017» non è prodiga di premi per i locali del Trentino, anzi ci sono delle esclusioni clamorose.
Questi i numeri: fra i 2.700 ristoranti selezionati, a livello regionale sono 19 quelli insigniti di «un cappello», che significa «buona cucina»; 8 sono quelli premiati con «due cappelli», ossia «cucina di qualità e di ricerca»; uno solo - altoatesino - ha raggiunto i «tre cappelli», che vuol dire «cucina ottima». Dei 28 locali complessivi, solamente 7 sono della nostra provincia.
Mantengono il primato con «due cappelli» la «Locanda Margon» di Trento e «El Molin» di Cavalese. Escono dalla classifica ben sette ristoranti trentini, che lo scorso anno vantavano i «cappelli»: in città «Lo scrigno del Duomo» e «Le due spade»; «Maso Franch», chiuso ad inizio anno e che riaprirà con una nuova gestione ed una nuova filosofia di cucina a novembre; «Maso Cantanghel», pure chiuso ad inizio anno; «L Chimpl», il ristorante dell'hotel Gran Mugon di Vigo di Fassa; la «Locanda delle tre chiavi» di Isera; «La Terrazza» di Nago e l'«Osteria dell'Acquarol», che erano entrate l'anno scorso nell'Olimpo della ristorazione italiana.
Ecco nel dettaglio i migliori ristoranti della regione, secondo la guida 2017 dell'Espresso. Con «tre cappelli» si tiene ben stretto la vetta il ristorante «St. Hubertus» di San Cassiano, in Alta Badia. Si sono meritati i «due cappelli» i locali trentini «El Molin» di Cavalese con lo chef Alessandro Gilmozzi e la «Locanda Margon» dello chef stellato Alfio Ghezzi. «Due cappelli» anche ai ristoranti altoatesini «Auener Hof» di Sarentino, «Trenkerstube» di Tirolo, «Anna Stuben» di Ortisei, «La Stüa de Michil» a Corvara in Badia, «Kuppelrain» a Castelbello, «Zur Rose» ad Appiano.
«Un cappello» va ai ristoranti trentini «Castel Toblino», «Dolomieu» di Madonna di Campiglio, «Malga Panna» di Moena, «Orso Grigio» di Ronzone, «Il gallo cedrone» di Madonna di Campiglio; e gli altoatesini «Alpenroyal Restaurant Gourmet» di Selva di val Gardena, «Culinaria Tirolo» di Tirolo, «Hidalgo Postal» di Burgstall, «Alpes Gourmet» di Sarentino, «Jasmin» di Chiusa, «La Siriola» di Badia, «Kirchsteiger» di Lana, «Kleine Flamme» di Vipiteno, «Einhorn» di Campo di Trens, «Schöneck» di Falzes, «Sissi» di Merano, «Tilia» di Dobbiaco, «Unterwirt» di Chiusa, «Zum Löwen» di Tesimo.
Al top della cucina italiana con «cinque cappelli» - che per la guida dell'Espresso sono «il meglio assoluto» - ci sono «Le Calandre» di Rubano, in provincia di Padova, l'«Osteria Francescana» di Modena, «Piazza Duomo» di Alba, «Reale Casadonna» di Castel di Sangro e «Uliassi» di Senigallia.
Da non scordare gli chef stellati trentini che trovano gloria in altre regioni. Fra i «mestoli in fuga» Giuliano Baldessari di Roncegno, chef patron dell'«Aqua Crua» di Barbarano Vicentino («tre cappelli»), che è stato per dieci anni vice di Massimiliano Alajmo a «Le Calandre», e Peter Brunel del ristorante «Borgo San Jacopo di Firenze («due cappelli»).
Una sezione della guida è dedicata alle migliori pizzerie d'Italia, ma nessun locale fra i 78 segnalati si trova in Trentino Alto Adige.