«I compiti? Fanno male» scuola Secondo le teorie dell'associazione Liberamente
L'associazione Liberamente ha organizzato l'incontro con Maurizio Parodi, pedagogista e dirigente scolastico promotore del movimento «Basta Compiti!». L'incontro ha visto la partecipazione di molti insegnanti, anche aspiranti, e di tanti genitori. La domanda centrale su cui si è basato il tema della giornata è stato: i compiti servono? Maurizio Parodi, avvalendosi anche di importanti studi di ricerca l'elaborati dall'OMS sullo stato di salute dei bambini, illustra l'inutilità e spesso anche l'inefficienza dei compiti assegnati a casa. Una mole di lavoro che con il passare degli anni è aumentata notevolmente causando anche gravi conseguenze sullo stato psico fisico dei bambini delle scuole primarie e medie.
In Italia, si registrano diagnosi di depressione infantile che inevitabilmente ricadono anche sull'armonia famigliare. Infatti, una delle principali cause di liti tra genitori è proprio il mancato e tardivo svolgimento dei compiti dei propri ragazzi. Il tutto è aggravato da un sistema scolastico che non riesce a rispondere alle nuove esigenze di riconversione pedagogica perché troppo ancorato a una concezione di scuola autoritaria. I primi «promotori» di questo sistema sono gli stessi insegnati che attribuiscono compiti sempre più numerosi e complessi convinti che siano gli unici da dover fare. La scarsa comunicazione tra insegnati fa sì che bambini e bambine una volta rientrati a casa si vedano privati dei loro diritti quali il gioco, il tempo libero e il riposo. In questo contesto anche la figura genitoriale si trova in difficoltà poiché anche per essa è difficile una concezione nuova di scuola, ma al tempo stesso si vede negata del tempo prezioso da trascorrere con i propri figli. Se il weekend è un momento libero per tutti, compresi gli stessi insegnati, non si vede motivo per cui non debba esserlo anche per i bambini.
Inevitabile è stato il paragone con la Finlandia in cui le ore scolastiche sono esattamente la metà rispetto a quelle italiane e non ci sono compiti da svolgere a casa (se non in qualche rara occasione). Ciononostante, i bambini e i ragazzi finlandesi si collocano ai vertici delle classifiche mondiali in qualità di studenti. È necessaria quindi, secondo Parodi, una rivisitazione dell'organizzazione scolastica che va riallineata alle direttive ministeriali le quali contengono già premesse specifiche in fatto di compiti ma sembrano essere ignorate dai diretti responsabili.