Sentimenti e rischi giovanili con la comunicazione digitale
"Le tecnologie hanno un effetto dirompente sulla dimensione affettiva ed emozionale. Gallerie di immagini anatomiche già nei cellulari di bambini di dieci anni, applicazioni che sollecitano incontri facili, compromettono in maniera irreparabile l'educazione sentimentale, il sentire e il parlare d'amore".
Cosi Anna Salvo, terapeuta di formazione psicoanalitica e docente di Psicologia dinamica dell'Università della Calabria, che si è confrontata oggi a Educa con Costanza Giannelli, psicoterapeuta e direttore dell'Unità ospedaliera di neuropsichiatria infantile dell'ospedale S. Chiara di Trento, sugli adolescenti di oggi e il loro rapporto con la tecnologia. L'incontro, moderato Maurizio Camin, è stato organizzato dal consorzio della cooperazione sociale Con.Solida che da tempo ha avviato laboratori di innovazione sulla salute e il benessere, in particolare dei giovani.
"Visitare Parigi significa sentire i rumori della strada, i profumi delle panetterie, parlare con i suoi abitanti e non navigare attraverso google maps". - ha affermato Giannelli - Oggi si registra nei ragazzi una progressiva e preoccupante atrofia delle psinapsi e una riduzione del volume e della corteccia degli ippocampi. Il vissuto virtuale non può sostituire l'esperienza, le emozioni e le relazioni, responsabili della stimolazione dell'ippocampo, che svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo della memoria a breve e a lungo termine.
I nostri bambini e ragazzi vivono sempre più in un mondo autistico, anestetizzato e organizzato senza la possibilità di vivere emozioni, sogni e desideri. Fin da bambini vengono iperstimolati, cresciuti per aggiunte e mai per vuoti, voluti sempre più intelligenti e precoci, senza la possibilità di vivere una sana solitudine, un ozio creativo, dove si impara a desiderare. Le stanze sono apparentemente piene di impulsi e la tecnologia permette con un bottone di vedere tutto il mondo esterno, senza mai la possibilità di visitare l'interiorità e di crearsi un'identità ben definita. La si cerca quindi in rete, con l'approvazione degli altri ed è qui che le identità deboli diventano ancor più fragili".
Della stessa opinione Anna Salvo, che ha presentato GENERAZIONE TVB, il libro scritto con Tiziana Iaquinta ed edito dalla casa editrice Il Mulino, dedicato a come l'adolescente, nativo digitale, stia cambiando.
"L'adolescenza - ha specificato - dovrebbe essere l'età di passaggio, di transizione e di tumulto, nella quale si costruisce un nuovo rapporto conflittuale con il mondo adulto. La porta della stanza si dovrebbe chiudere, e l'adorato bambino dovrebbe diventare un antipaticissimo quattordicenne. Oggi però le cose stanno cambiando. Si osservano gli adolescenti, nativi digitali, sempre più pacificati che vivono un passaggio adolescenziale senza più conflitto."
"La rabbia non è scomparsa - ha continuato Giannelli - è solo una calma apparente. Il conflitto poi sfocia spesso nel modo sbagliato e gli adulti rimangono impietriti da un disagio che non stati capaci di riconoscere prima. Una specie di autismo, un'esistenza apparentemente senza conflitto, che poi improvvisamente esplode in maniera esagerata."
"Le tecnologie - ha aggiunto Salvo - hanno un effetto dirompente anche sulla dimensione affettiva ed emozionale. Gallerie di immagini anatomiche già nei cellulari di bambini di dieci anni, applicazioni che sollecitano incontri facili, compromettono in maniera irreparabile l'educazione sentimentale, il sentire e il parlare d'amore".
Un bambino e poi adolescente, quindi, apparentemente amato e stimolato, con a disposizione strumenti di comunicazione mai così potenti, ma derubato dell'infanzia, dei desideri e delle esperienze. Lasciato solo in una realtà anestetizzata e falsa, dove non impara e risolvere i conflitti e dove la rabbia viene repressa fino poi a sfociare nel modo sbagliato. Ci si chiede quindi quando noi adulti vogliamo fermare lo sguardo ed invertire tale processo?