Ledro / Il caso

L'albero di Natale per il Papa, la minaccia degli attivisti: ci incateneremo all'abete per impedirne il taglio

Il Comune ha scelto di donare al Vaticano per piazza San Pietro una pianta alta 29 metri, il sindaco Renato Girardi ha ripetuto che si tratta di un albero di 70 anni destinato comunque alla segheria. I boschi trentini occupano il 63% del territorio e ogni anno si attuano tagli a tutela della vegetazione silvo-pastorale, a garanzia degli equilibri tra foresta e fauna

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IL SINDACO "Stanno rovinando la festa per una pianta"
IL CASO A rischio l'albero di Natale per il Papa: una petizione

di Elena Piva

LEDRO - «Sì, lunedì è in programma l’azione dimostrativa: incatenati». Gloria Canestrini, avvocata di Rovereto, conferma quanto annunciato ieri da Lorenzo Vescovi, rappresentante ledrense dell’associazione Bearsandothers, che l’avvocata assiste: durante la diretta di “Mattino Cinque”, trasmissione televisiva di Mediaset, Vescovi ha comunicato che gli attivisti sono pronti ad incatenarsi pur di impedire al Comune di Ledro il taglio dell’abete rosso atteso dal Vaticano per Natale.

L’iniziativa, alla quale l’amministrazione ledrense lavora da un anno, vede quest’ultima donare un abete di 29 metri quale addobbo natalizio per Piazza San Pietro. Ad esso si aggiungono 39 abeti normanni, tra 1.5 metri e 6 metri d’altezza, che verranno acquistati in una serra perché inesistenti a Ledro.

A metà ottobre il sindaco Renato Girardi aveva espresso, in consiglio comunale, la volontà di non svelare la posizione dell’albero prescelto: allora, l’idea che qualcuno potesse incatenarsi alla pianta aveva sollevato una risata generale.

Un mese dopo, invece, l’amministrazione si ritrova di fronte a una comunità impegnata nella realizzazione degli addobbi e 600 cittadini pronti a partire per Roma, ma anche alla diffida giunta da Bearsandothers.

Quest’ultima, due giorni fa, ha inviato una lettera a Papa Francesco e allegato le 40mila firme raccolte via petizione online per pregare il Santo Padre di interrompere la falciatura dell’arbusto.

Per amore di cronaca però necessario chiarire quanto già riportato da l’Adige il 22 ottobre. La petizione di Bearsandothers riporta ancora oggi la seguente notizia: «Ledro e il Governatorato del Vaticano si sono accordati per segare 40 abeti, anche secolari, di una trentina di metri, prelevarli con un grosso elicottero e trascinarli agonizzanti fino a Roma».

Eppure, come detto poc’anzi, la richiesta della Santa Sede verte sul taglio di un unico abete rosso di 29 metri (sono stati stanziati dal Comune 60mila euro, comprensivi di trasporto e oneri annessi e probabilmente si spenderà meno di tale cifra) e sull’eventuale falciatura di 39 alberelli, tra 1.5 e 6 metri. In quanto abeti normanni, inesistenti a Ledro, essi non verranno tagliati ma acquistati in serra (al costo di 6mila euro).

«Gli attivisti di “Quaranta e tre milioni” stanno perlustrando i boschi per scovare i possibili candidati al taglio - haspiegato l’avvocata Canestrini - dopo l’eventuale taglio, inoltreremo l’esposto alla Corte dei Conti per danno erariale. Un grafico sta rielaborando il logo del Comune (ossia cancellando l’icona dell’albero sullo stemma di Ledro, ndr).

Il risultato più efficace è l’allargamento dei comitati promotori. Questo fronte sarà la base futura dell’ambientalismo in valle».

Stando ad Ispra (come riportato ieri da l’Adige) dal 1985 al 2015 le foreste italiane sono cresciute in maniera costante, passando da 8,7 a 11,1 milioni di ettari e coprendo il 37% della Penisola.

Per il servizio foreste e fauna della Provincia, i boschi occupano il 63% del Trentino (pari a ben 390.463 ettari): l’avanzata della vegetazione arborea non sempre è positiva, poiché occlude gli spazi aperti e danneggia la diversità di habitat essenziali alla sopravvivenza e all’alimentazione di molte specie di mammiferi e uccelli.

Conservare l’ambiente significa tutelare anche il paesaggio silvo-pastorale: così, ogni anno, il Servizio provinciale interviene per garantire l’equilibrio tra foresta e fauna e assicurare l’alternanza dei diversi elementi vegetazionali tipica degli habitat montani. Seguendo tali disposizioni, Ledro taglia annualmente 8mila mq di bosco: in tale lotto rientra l’abete rosso destinato il Vaticano. Albero, in ogni caso, non secolare: ha circa 70 anni, non 200.

«Lunedì - ha detto il sindaco Girardi . adotteremo le misure necessarie, in merito all’intento degli attivisti, spiace che l’albero di Natale sia diventato solo un pretesto per contestare la volontà di una popolazione di stringersi attorno al Papa esentirsi, anche lì, una comunità».

A parlare di comunità è anche l’Apsp di Bezzecca, che ha adottato due dei 39 alberelli indirizzati alle strade vaticane. «È un bellissimo progetto comunitario - ha sottolineato la presidente Marisa Dubini - si sono mosse associazioni, pensionati, scuole e realtà dell’Alto Garda e dall’estero. Una delle due piante avrà addobbi tradizionali e fatti a mano: angoletti ritagliati col traforo e dipinti dai nostri ospiti, pigne e lustrini. L’altro avrà delle cornici a forma di casa e, al loro interno, le foto delle nostre attività in Casa di Riposo. I nostri anziani hanno dato libero spazio alla creatività, stimolando i loro ricordi».

Alle associazioni e agli studenti ledrensi, si aggiunge il Comune di Arco, che ha adottato un alberello normanno: gli addobbi sono stati realizzati dall’associazione Arco Bonsai, in collaborazione del Centro di formazione professionale Enaip di Arco.

Docenti e alunni dell’istituto arcense hanno dato vita alla stella cometa che valorizzerà la punta dell’albero e alla riproduzione del castello di Arco, in acciaio corten e munito di propria illuminazione.

Non mancano alcuni comuni della Boemia e della Moravia (regioni oggi facenti parte dell’attuale Repubblica Ceca) sono all’opera per realizzare gli addobbi che renderanno colorati gli alberelli normanni: le popolazioni boeme sono da tempo gemellate con la Valle di Ledro, avendone ospitato i profughi dell’esodo della Prima Guerra Mondiale. Gli esodati vennero accolti anche dalle comunità morave, benché non gemellate con Ledro fanno sempre parte della fitta rete con cui la vallata scambia e intreccia rapporti di comunicazione e incontro tra culture.

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