«A mia figlia insegnano il cimbro, ma non sa l'inglese»
La lettera giunta in redazione apre il dibattito: che, riassumendo e banalizzando, potremmo riassumere con «meglio saper parlare il cimbro o l'inglese?».
Il tema è serio e interessante, così come l'analisi fatta dal nostro lettore.
LA LETTERA
Gentile direttore,
le scrivo queste poche righe per raccontare un episodio accaduto in questi giorni a Lavarone. In occasione di un pomeriggio sugli sci, mia moglie assieme a nostra figlia si sono ritrovati a fare una risalita in seggiovia assieme ad un bimbo polacco in vacanza sulle splendide nevi di Lavarone e coetaneo di Elena, 8 anni.
Mia moglie ha voluto subito farne la conoscenza e alla domanda «do you speak English?» è seguita la risposta decisa del bimbo «yes, of course!».
Da qui, quasi come per incanto ne è scaturito un dialogo aperto fatto di domande e risposte di varia natura e al quale mia figlia, suo malgrado, è rimasta esclusa in quanto non all'altezza di tale livello di conoscenza dell'inglese.
Ovviamente la sera a casa abbiamo commentato questo fatto enfatizzando la differenza di preparazione del bimbo polacco la cui predisposizione alla lingua inglese ci ha quasi sorpresi; forse però si sarà sorpreso più lui per la mancata partecipazione di una sua coetanea italiana al dialogo, nella lingua più importante e comunque straniera per entrambi.
Questa cosa ci ha fatto pensare e commentare negativamente la scelta fatta dalla scuola della nostra Comunità di istituire l"insegnamento della lingua cimbra senza alcuna motivo e necessità, almeno apparenti, dal momento che gli unici direttamente interessati, i bimbi di Luserna, già la conoscono avendola imparata in casa fin da piccoli così come hanno fatto con noi i nostri genitori ora facciamo noi con i nostri figli parlando in casa il nostro dialetto lavaronese.
Auspico che questa esperienza faccia fare una riflessione alle istituzioni interessate perché il mondo va avanti e, se vogliamo pensare di avere un futuro roseo, anche turisticamente parlando, non possiamo permetterci di non stare al passo coi tempi!
Massimiliano Giongo - Lavarone